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Albergo diffuso nel borgo Le Pagliare del Colle, il progetto è fermo ma qualcosa si muove

Albergo diffuso nel borgo Le Pagliare del Colle, il progetto è fermo ma qualcosa si muove

OFENA, 5 giugno 2017 – Trasformare l’incantato borgo Le Pagliare del Colle, situato nel Comune di Ofena, in un albergo diffuso in grado di attrarre turisti e creare valore nel territorio. E’ l’obiettivo che si sono dati Maria Cinzia Foglia e Domenico Bova, i due imprenditori che già a partire dal 2006, mossi dall’amore per l’Abruzzo e dalla passione per la riscoperta dei luoghi autentici, hanno dato vita al progetto di recupero del borgo, che rientra nel perimetro del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e che può contare su un patrimonio di circa 3.000 metri quadrati di immobili, adagiati su una superficie verde di 20.000 metri quadrati.

Le Pagliare del Colle, anticamente, era un punto di appoggio per i pastori pugliesi durante la transumanza estiva. L’idea di Foglia e Bova è quella di far rivivere una delle più belle zone di una Regione montuosa baciata dal mare. Un modello che, almeno fino a quando il terremoto non ha messo in fuga i turisti, è risultato vincente anche in altre località abruzzesi. A partire da Santo Stefano di Sessanio, trasformata in un autentico gioiello dall’imprenditore italo-svedese Daniele Khilgren.

Sono passati 11 anni dal 2006, quando i due imprenditori costituirono la società Le Pagliare Srl, ma il progetto non è stato ultimato: i lavori relativi alle unità immobiliari e ai servizi annessi sono completati per circa il 70%. Per il completamento delle opere e lo start up dell’iniziativa sono però necessari altri finanziamenti e un maggiore supporto da parte delle istituzioni.

I diretti interessati lamentano le lungaggini amministrative, che avrebbero scoraggiato le banche e bloccato un’opera caratterizzata da livelli di qualità diffusa, non solo nel restauro degli immobili ma in tutti i servizi messi a disposizione del turista ad Ofena e nelle zone limitrofe.

Il progetto è stato rilanciato sabato scorso, nel corso del convegno “I paesaggi della transumanza”, organizzato dall’Associazione Terre Nostre, nell’ambito dell’evento “Cinquanta sfumature di pecora”. Sono intervenuti il progettista del borgo Lelio Di Zio, della Oriano Associati Architetti, il docente di Scienze Zootecniche dell’Università di Perugia, Luciano Morbidini, il sindaco di Ofena, Antonio Silveri, oltre a Rinaldo D’Alessio, dell’azienda La Mascionara e presidente Pecorino Amatriciano, Gabriella Del Pinto, esperta di usi e costumi della transumanza, Alfonso D’Alfonso, presidente della Dmc Gran Sasso L’Aquila e Terre Vestine.

Maria Cinzia Foglia ha osservato:

 “Siamo tornati ad accendere i riflettori sulla nostra idea di turismo sostenibile, di recupero di un luogo autentico, mediante il restauro conservativo e il rispetto per l’ambiente circostante”.

Foglia fa sapere che il 19 maggio scorso è stato sottoscritto un accordo con il Comune di Ofena e con il Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, per il completo e definitivo recupero del borgo:

“Gli spazi incidono problematicamente sul territorio quando sono inutilizzati, quando non si attua una riqualificazione degli stessi perché non si comprende la potenzialità del territorio. Il ripensamento non può essere solo strutturale ma deve essere preceduto da un ampliamento della visione territoriale. Non è difficile comprendere come le istituzioni, le imprese e gli enti locali giochino un ruolo fondamentale in questa partita dagli esiti del tutto imprevedibili. Occorre, dunque, che questi definiscano progetti, programmi e strategie a lungo termine volte a garantire lo sviluppo del comprensorio territoriale. Interazioni concrete delle differenti esperienze, che concorrano a costruire una rete valoriale e di mercato in grado di arginare il problema invertendo la rotta della sua deriva

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