SAN SALVO, 21 agosto – Ramificazioni che arrivavano fino in Abruzzo, con un gruppo criminale composto sia da calabresi che da siciliani che operava tra San Salvo, Campomarino e Termoli. A delineare la presenza della ‘ndrangheta in Abruzzo e Molise la relazione della  Direzione investigativa antimafia al Parlamento relativa all’attività del secondo semestre 2016. Relazione che spiega come l’operazione “Isola Felice”, condotta dai carabinieri con l’esecuzione di 25 misure cautelari, abbia fatto emergere importanti tasselli dell’espansione delle cosche verso regioni “solo all’apparenza meno ‘appetibili'”.

Sul tavolo “l’operatività del gruppo Ferrazzo di Mesoraca, (una delle cosche più influenti della provincia di Crotone), in Abruzzo e in Molise.

“Il capo ‘ndrina – si legge nella relazione – non solo aveva scelto di stabilire ufficialmente la propria residenza in San Giacomo degli Schiavoni, ma si era di fatto reso promotore di una associazione criminale composta sia da calabresi che da siciliani (famiglia Marchese di Messina) che operava tra San Salvo, Campomarino e Termoli”.