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Appalti nella nella Marsica, indagata per finanziamento illecito ai partiti la senatrice Stefania Pezzopane

Appalti nella nella Marsica, indagata per finanziamento illecito ai partiti la senatrice Stefania Pezzopane

L’AQUILA, 16 maggio – Si allarga l’indagine sugli appalti nella Marsica portata avanti dalla Procura di Avezzano, che ha iscritto nel registro degli indagati, in uno stralcio dell’inchiesta madre, la senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti assieme. Ipotesi di reato contestata anche ad Angelo Capogna, imprenditore che opera nel settore dell’ illuminazione pubblica e che l’avrebbe chiamata in causa, in ben  due interrogatori, in relazione ad una campagna elettorale degli anni scorsi. Dopo l’apertura del fascicolo le carte sono state trasmesse alla Procura dell’Aquila, competente per territorio (l’episodio contestato alla Pezzopane sarebbe infatti avvenuto nel capoluogo)

“Non so nulla, non ho ancora ricevuto niente, tuttavia ho fiducia nella magistratura – dichiara la senatrice Stefania Pezzopane  – Mi dispiace che i magistrati debbano lavorare spesso su cose del genere, mi sembra un grande calderone che alla fine si chiarirà”.

L’inchiesta principale era partita proprio dalla dichiarazioni di Capogna,  amministratore della Saridue Srl, che  con le sue denunce nei mesi scorsi aveva fatto partire una maxi inchiesta nei confronti di politici e funzionari di Comuni marsicani, descrivendo un sistema di “tangenti sui lampioni” con contanti e regalie in cambio di commesse nel suo settore.

Dichiarazioni rilasciate davanti ai pm di Avezzano  Maurizio Cerrato e Roberto Savelli, che proprio sulla scorta di quanto denunciato da Capogna avevano aperto un secondo fascicolo per finanziamento illecito ai partiti, con le carte successivamente trasmesse alla Procura aquilana.

Nelle scorse settimane, in un secondo interrogatorio, Capogna era stato sentito dagli agenti della squadra mobile aquilana, in particolare della prima sezione diretta dal sostituto commissario Sabatino Romano.

L’inchiesta nata dalle denunce di Capogna era sfociata, a marzo 2016, in perquisizioni e acquisizioni di documenti nei confronti di 25 indagati, poi saliti a 36.

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