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Bilancio comunale, Alessandrini: “Persi 5 milioni per colpa del centrodestra”. Forza Italia: “Una bufala”

Bilancio comunale, Alessandrini: “Persi 5 milioni per colpa del centrodestra”. Forza Italia: “Una bufala”

PESCARA, 1 febbraio – La maggioranza che sostiene la giunta Alessandrini non è riuscita ad approvare il Bilancio entro la mezzanotte del 31 gennaio e si lancia all’attacco dell’opposizione di centrodestra, accusandola di avere fatto sfumare la possibilità di impiegare 5 milioni di euro con pratiche ostruzionistiche. “E’ impensabile che ci si impunti sulla questione del mercatino etnico – è il j’accuse del sindaco Marco Alessandrini –. E’ uscita la vera anima di questa opposizione, ma qualcuno ne dovrà rispondere davanti ai cittadini”.

La giunta comunale di Pescara, al gran completo, questa mattina ha convocato una conferenza stampa, dai toni particolarmente accesi, puntando il dito contro il centrodestra. Secondo la maggioranza, il centrodestra avrebbe fatto saltare l’approvazione del Bilancio perchè contraria al progetto del Mercatino etnico che dovrebbe sorgere nel sottopasso della stazione ferroviaria.

Alessandrini lancia l’affondo:

“Abbiamo perso la possibilità di avere e impiegare 5 milioni di euro. Quello che è accaduto è stato figlio di un teatro dell’assurdo, andato in onda la scorsa notte. Oggi denunciamo con forza l’atteggiamento irresponsabile di chi, in questo modo, ha fatto un dispetto alla città. C’è la nuova Finanziaria che prevede per i comuni virtuosi, ovvero quelli che approvano il Bilancio entro il 31 gennaio, degli spazi finanziari con un aumento della capacità di spesa”.

Il sindaco accusa il centrodestra di avere sottratto risorse preziose alla comunità cittadina:

“Quelle somme che non sono entrate in cassa sarebbero servite per la messa in sicurezza del territorio, per la manutenzione delle strade e per la sicurezza degli edifici scolastici, e per mitigare gli effetti del maltempo che ha colpito anche la nostra città. La notte scorsa si è toccato il fondo, per un modo muscolare di fare politica. Ribadisco che per quello che è accaduto ci sono delle responsabilità chiare, con nomi e cognomi anche di chi ha presentato una messe di emendamenti vuoti e inutili, in cui si chiedono cambiamenti di vocali con consonanti. Pescara ha subito un danno e l’amministrazione comunale a questo punto valuterà ogni azione per il bene della città. Tengo a far sapere a tutti i cittadini che, quando mi sono insediato, avevamo un anticipo di tesoreria di 25 milioni di euro, che abbiamo poi restituito”.

Ci va già duro anche l’assessore al Bilancio, Giuliano Diodati:

“L’opposizione ci ha preso in giro perché prima si è nascosta dietro l’ostruzionismo della Lista Teodoro, che aveva presentato numerosi emendamenti al Bilancio, e poi, una volta che eravamo riusciti a soddisfare le richieste della Lista Teodoro, ecco che è venuta fuori la vera opposizione non costruttiva, che ha creato difficoltà non a noi, ma alla cittadinanza, perché con questi fondi avremmo potuto porre rimedio ad una situazione aggravata anche da quanto accaduto a gennaio con l’emergenza maltempo. Avevamo chiesto di iniziare a lavorare da settimane sul Bilancio e invece ci sono stati continui rinvii. Ma i Bilanci si possono approvare anche in pochi giorni”.

Il capogruppo del Pd, Marco Presutti, tiene a sottolineare:

“Sulla questione del nuovo Mercatino Etnico e sulla relativa delibera avevamo anche proposto di prenderci una pausa, ma neanche questo è servito. Parliamo di un mercatino legale, con persone che pagano le tasse, dopo che per tanti anni c’è stato un mercatino fuori dalle regole”.

Un mercatino che peraltro, come ricorda l’esponente di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, “fu collocato nell’area di risulta proprio dal centrodestra, ai tempi dell’amministrazione Pace-Sospiri, in una posizione ben più centrale, essendo i loro banchi allora collocati ai lati del corridoio che porta dalla stazione a Corso Umberto”.

Sempre Acerbo rimarca che lo stesso mercatino “è stato poi sgomberato da un luogo dove i senegalesi erano stati collocati da un’amministrazione comunale di centrosinistra ai tempi di D’Alfonso” e che “lo sgombero è stato effettuato su richiesta di Alessandrini, senza prima predisporre una localizzazione alternativa”.  In definitiva, per l’esponente di Rifondazione, “si trasformano in capro espiatorio quelli che in realtà sono vittime della demagogia e del pressappochismo della politica cittadina”.

Il centrodestra però non ci sta. Vincenzo D’Incecco, vice capo gruppo di Forza Italia in Comune, ribatte con vigore:

“Questa maggioranza incapace e deleteria sta soltanto propinando una nuova bufala, innanzitutto perchè non è vero che si perdono 5 milioni. Se infatti il Bilancio fosse stato approvato entro il 31 gennaio, non sarebbero entrati 5 milioni in più nelle casse del Comune, ma ci sarebbe soltanto stata la possibilità di spendere 5 milioni in più rispetto a ciò che si ha a disposizione. Inoltre, come qualsiasi amministrazione che ha un po’ di cervello, questa giunta non avrebbe dovuto portare il Bilancio in approvazione il 27 gennaio, con in mezzo un sabato e una domenica, e dunque con soli tre giorni a disposizione per l’approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche e del Bilancio. Questa è un’autentica follia, considerando che per anni e anni le sessioni di Bilancio non sono mai durate meno di 10 giorni e quella del 2013 arrivò a durare quasi un mese”.

D’Incecco respinge anche le accuse di ostruzionismo:

“Il centrodestra ha presentato meno di 40 emendamenti al Piano triennale e circa 160 emendamenti al Bilancio, quando chiunque ha memoria storica ricorda benissimo che quando il centrosinistra era all’opposizione non ne presentava meno di 1.000. Noi abbiamo avanzato osservazioni e proposte concrete, in un numero assolutamente normale e ragionevole, ma qui si pretende che diamo il via libera a tutto e che dunque rinunciamo al nostro ruolo di opposizione. Peraltro, se avessimo davvero voluto fare ostruzionismo, avremmo potuto far saltare già il Consiglio di venerdì scorso, visto che non erano ancora trascorsi i termini di 10 giorni dalla presentazione degli emendamenti. Invece non lo abbiamo fatto”.

L’esponente di Forza Italia spiega così le fasi della trattativa:

“Ci hanno chiesto di andare loro incontro e di avanzare le nostre richieste, ma noi non siamo quelli che si presentano con l’elenco delle associazioni da finanziare in cambio di un voto favorevole. Noi abbiamo presentato un elenco di priorità per la città di Pescara, che loro hanno rifiutato, pretendendo che non facessimo opposizione e che accettassimo di comprimere il dibattito in meno di 3 giorni. La verità è che il centrosinistra ha chiuso il 31 gennaio alle 17 la trattativa con i Teodoro, dando loro ciò che volevano, e nelle poche ore restanti noi avremmo dovuto accettare di far passare tutto il resto. E saremmo noi gli irresponsabili? La colpa è solo loro, che non sanno governare e fanno disastri. Questo è il giochetto che fanno fin dall’inizio: noi diamo la nostra collaborazione da due anni e mezzo, ma loro si presentano con le delibere due giorni prima e pretendono il via libera”.

Quanto al Mercatino etnico, D’Incecco conferma che si è trattato di uno dei punti di maggiore attrito, ma ribalta la prospettiva:

“Il mercatino per il centrosinistra è un moloc inossidabile. Noi non siamo contrari al mercatino in quanto tale, ma abbiamo chiesto pari dignità per tutti, abbiamo chiesto che non si facesse un mercatino etnico, riservato a qualcuno, ma che invece si facesse un mercatino aperto a tutti. Non si capisce perchè si debbano creare privilegi per alcuni operatori, peraltro con i soldi pubblici. Oltre a questa vicenda c’erano anche altri punti di disaccordo, perchè ad esempio avevamo chiesto di verificare insieme la destinazione delle risorse in arrivo dalla Regione, individuando come priorità gli interventi di manutenzione, soprattutto nelle scuole, e non opere che non servono a nulla. Inoltre non dobbiamo dimenticare il caso Pescaraporto, rispetto al quale da mesi chiediamo che sia portata in aula la relativa delibera, ottenendo come risposta soltanto presentazioni e ritiri, che adesso lasceranno l’ultima parola al Tar”.

 

 

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