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Bimbi intossicati nelle scuole di Pescara, individuato il batterio responsabile. I casi salgono a 180

Bimbi intossicati nelle scuole di Pescara, individuato il batterio responsabile. I casi salgono a 180

PESCARA, 5 giugno – E’ un batterio, il Campylobacter, il germe responsabile della tossinfezione alimentare che ha interessato circa 200 bambini delle scuole elementari di Pescara. Intanto si aggiorna il bilancio dell’emergenza: sale ad oltre 180 il numero delle persone finite in ospedale con sintomatologia gastrointestinale.

È stato individuato attraverso gli esami eseguiti sui campioni prelevati sui primi bambini arrivati in ospedale venerdì. La trasmissione nell’uomo, generalmente, è dovuta a derrate alimentari contaminate e, in particolare, carne. E’ stata quindi esclusa l’ipotesi che potesse trattarsi di salmonella.

E’ in corso una riunione operativa alla Asl per fare il punto della situazione. La terapia eseguita sui bimbi è efficace contro il tipo di batterio individuato.

Delle 17 coprocolture in corso nel laboratorio della Asl di Pescara sui campioni prelevati sui primi bambini arrivati in ospedale, 13 hanno già dato esito positivo al Campylobacter e le restanti potrebbero darlo nelle prossime ore. I dati parziali, spiegano alla Asl, sono “già significativi”. I prelievi sono stati eseguiti su tutti i pazienti e le analisi, che richiedono tempo, sono tuttora in corso.

La trasmissione del Campylobacter può avvenire per via orofecale e anche per via orale: liquidi, alimenti e, soprattutto, carne. L’analisi dei campioni prelevati sui pazienti e i risultati degli accertamenti in corso di svolgimento da parte dell’Istituto Zooprofilattico sul cibo sequestrato da Asl e Carabinieri del Nas nel centro di cottura che serve le mense scolastiche cittadine dovrebbero consentire di ricostruire la filiera alimentare e di accertare l’origine della contaminazione.

All’attenzione degli investigatori – a coordinare le indagini è la Procura di Pescara (pm Anna Benigni) – c’è il cibo distribuito ai bimbi nei giorni precedenti ai malori. La scorsa settimana nelle mense scolastiche sono stati serviti, tra l’altro, ortaggi e verdure, formaggi, uova, carne di bovino e di tacchino e tonno.

Sono circa 150 le persone arrivate al pronto soccorso di Pescara; 23 i bambini al momento ricoverati nel reparto di Pediatria. Ventitrè persone sono andate all’ospedale di Chieti (4 i bimbi ancora ricoverati) e una decina in quello di Atri (Teramo).

Tutti sono stati sottoposti a terapia reidratativa e antibiotica. Anche per coloro che hanno scelto strutture sanitarie diverse dall’ospedale di Pescara è stato seguito il protocollo terapeutico stilato dall’azienda sanitaria del capoluogo adriatico, che ha gestito l’emergenza.

Inoltre la Asl e i Carabinieri del Nas hanno compiuto un’ispezione in un secondo centro cottura, che serve le mense di alcune delle scuole di Pescara, in cui è iscritta parte dei bimbi colpiti da malori con sintomatologia gastrointestinale. Il personale del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione (Sian) e i militari per la tutela della salute, già da ieri nella struttura, stanno ultimando i sequestri di matrici alimentari e pasti test, per i successivi accertamenti dell’istituto zooprofilattico.  Quello in questione è un secondo centro cottura, oltre a quello già ispezionato sabato scorso e ieri. Entrambi sono dell’associazione temporanea di imprese (ati) a cui il Comune di Pescara ha appaltato il servizio di refezione scolastica con gara europea.

“La diminuzione progressiva degli accessi in Pronto soccorso fa presupporre una riduzione del focolaio di gastroenterite”. Lo afferma in una nota la Asl di Pescara a proposito della vicenda dei circa 180 bambini di scuole diverse della città finiti in ospedale in seguito a malori provocati, secondo i primi accertamenti, dal batterio Campylobacter Jejuni.

Confermando quanto già emerso stamani, infatti, l’azienda sanitaria sottolinea che “il sospetto agente eziologico si consolida in una più che ragionevole ipotesi che il patogeno sia rappresentato dal Campylobacter Jejuni, responsabile di gastroenteriti molto diffuse soprattutto nei paesi del Nord Europa e nei paesi dell’Est”.

“Si può escludere con sicurezza la natura virale della contaminazione – ribadisce inoltre la Asl – Altrettanto dicasi per il sospetto di contaminante del genera Salmonella-Shigella che in un primo momento era stato da più parti indicato come possibile agente patogeno, dal momento che ad oltre 48 ore dalla semina in coltura non si è sviluppata alcuna colonia significativa”.

Alle ore 17, nel reparto di Pediatria, erano ricoverati ancora undici bambini e “l’evoluzione della sintomatologia si dimostra perfettamente rispondente alle terapie adottate. Le notizie relative alle procedure nosocomiali adottate dalla Unità Complessa di Pediatria del Presidio sono state illustrate dal Direttore del Servizio e dai suoi collaboratori alle famiglie interessate”, conclude la nota.

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