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Chieti, presidio di protesta davanti al Consorzio di Bonifica: “No all’aumento dei canoni idrici”

Chieti, presidio di protesta davanti al Consorzio di Bonifica: “No all’aumento dei canoni idrici”

CHIETI, 30 aprile – Presidio di protesta, da parte di agricoltori e amministratori di diversi comuni del Chietino e del Pescarese, questa mattina nel capoluogo teatino, davanti alla sede del Consorzio di Bonifica Centro. I manifestanti contestano gli aumenti del 40% dei canoni idrici decisi dall’ente.

Al presidio hanno preso parte anche i consiglieri regionali Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri. Febbo accusa:

”E’ un aumento dovuto al fatto che il depuratore è stato posto sotto sequestro e sono arrivati meno introiti al Consorzio. Ciò non giustifica questo tipo di aumento, che poteva essere fatto in maniera diversa e chiedendo la collaborazione dell’ente regionale. Un aumento iniquo in un settore come l’agricoltura dove in questi anni non è stato riversato nulla dei tanti fondi europei che ci sono: siamo al terz’ultimo posto della graduatoria nazionale, rischiamo in maniera concreta di restituire 25 milioni di euro alla Comunità Europea e qui anziché andare incontro alle esigenze degli agricoltori, che tra l’altro hanno vissuto anche momenti difficili con la siccità e con tutti i problemi che ci sono, si arriva ad un aumento vertiginoso del 40%”.

Il consigliere regionale di Forza Italia fa sapere:

“Già dal prossimo Consiglio regionale chiederemo che ci sia una sospensione di questo tributo, che ci sia un intervento così come accaduto per il Consorzio di Bonifica sud da parte della Regione Abruzzo, con un importo che può essere messo come fondo di rotazione, e dunque restituito ala stessa Regione nel giro di due-tre anni”.

Sospiri aggiunge:

”In Consiglio regionale il 3 maggio chiederemo di stanziare un fondo di rotazione che poi in un biennio o in un triennio il Consorzio di Bonifica, una volta risolti i problemi giudiziari del depuratore che ha fatto venire meno l’entrata con cui hanno giustificato questi aumenti, può facilmente restituire. Perché farla pagare agli agricoltori che non hanno nessuna colpa sulla vicenda giudiziaria che ha colpito il Consorzio di Bonifica? Che ci vuole ad aumentare i canoni e a distruggere il mondo agricolo? Nulla, ma noi dobbiamo avere buon senso e cercare di coprire i costi di bilancio senza che tutta la catena produttiva, dal produttore al consumatore, paghi il dazio di un’inchiesta giudiziaria”.

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