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Cialente si candida a segretario comunale del Pd: “Cari iscritti, a L’Aquila ingiustificabile disfatta”

Cialente si candida a segretario comunale del Pd: “Cari iscritti, a L’Aquila ingiustificabile disfatta”

L’AQUILA, 15 settembre – Massimo Cialente torna a mettere il dito nella piaga. Definisce “un’ingiustificabile disfatta” la sconfitta del Pd alle ultime elezioni comunali e a partire da questo presupposto scrive una lunga lettera, indirizzata agli iscritti del partito, nella quale annuncia la propria candidatura alla carica di segretario comunale dei democratici a L’Aquila, in vista del prossimo congresso autunnale.

Cialente affida ad un post su Facebook il suo messaggio, rivolto “ai carissimi e alle carissime iscritte”:

“Lo faccio così, direttamente, con una lettera-programma, senza averne parlato con nessuno per ricercare i soliti accordi ed incastri, rivolgendomi direttamente a voi, ai circa 300 amici e compagni iscritti nel comune”.

Poi entra nel merito delle ragioni che lo spingono a candidarsi:

“Le elezioni comunali dell’Aquila rappresentano una disfatta ingiustificabile, comunque, ma soprattutto se non si riconosceranno, seriamente, una serie di errori, frutto di incapacità, sottovalutazioni, immodestia, scarsissimo impegno, personalismi, tatticismi, scarsa lealtà. La sconfitta è ingiustificabile, perchè i rischi erano noti, erano stati segnalati, ma nessuno ha voluto dare ascolto. Le conseguenze sono oggi drammatiche, sia nella comunità aquilana e provinciale che nel partito e nello stesso centrosinistra, che già si muove in consiglio comunale in modo disordinato, con diverse anime, frutto della mancanza di un’idea programmatica condivisa forte, realmente alternativa nei contenuti alla maggioranza di governo”.

Cialente descrive anche il clima che si respira negli ultimi tempi nel Pd aquilano:

“Nel partito il clima è da un lato pervaso, tra gli iscritti, da un profondo senso di mortificazione, rabbia, scoramento, dall’altro, soprattutto nel gruppo dirigente, è in parte avvelenato. Negarlo sarebbe sbagliato e fuorviante, non sincero ed onesto. Dopo spaccature sciocche e strumentalmente create tra generazioni di militanti, oggi vi sono i rancori e dissapori post elettorali, le delusioni, le incomprensioni. Questo clima è accentuato dal fatto che il gruppo dirigente comunale, in seguito a questa disfatta, per ora senza appello, ha visto ridursi il proprio peso e prestigio, non solo tra gli iscritti. Tutto ciò è drammatico, se pensiamo che tra appena 6 o 7 mesi saremo impegnati nella campagna elettorale per le politiche, e l’anno successivo chiamati all’appuntamento fondamentale per i destini della nostra gente: le elezioni regionali. Occorre cambiare quindi metodo nella scelta del gruppo dirigente e serve un nuovo programma di rilancio sia organizzativo che dell’azione politica. Il primo cambio di metodo sta nel fatto che chi intende candidarsi, lo faccia senza calcoli di tessere, ma presentando, spontaneamente ed in modo trasparente, la sua candidatura, senza caminetti o accordi vari, senza cordate. Alla luce del sole, su di un progetto politico ed organizzativo”.

L’ex sindaco dell’Aquila chiede dunque di mettere al bando manovre sotterranee, accordi e alchimie, tornando a confrontarsi sulle idee e sui programmi. E invoca il superamento delle logiche di corrente:

“Presentarsi soprattutto al di fuori di qualsiasi logica correntizia: renziani, orlandiani, cuperliani, francechiniani e così via. Siamo solo iscritti del Pd aquilano, con un solo obiettivo: rifare forte il Pd, rinnovare l’alleanza di centrosinistra su un rinnovato e forte progetto politico”.

Subito dopo Cialente elenca le sue proposte e i suo progetti, articolati su due filoni: aspetti organizzativi e temi politici. Fa sapere di candidarsi a segretario comunale:

“Per massimo 18 mesi. Con un compito a termine, chiaro. Chi vuole, chi crede a questa mia proposta, mi voti. Non metto in discussione ed al voto la mia persona, ma il mio progetto, la mia proposta politica. Io, come sempre, sono a disposizione”.

Quindi l’appello finale:

“La sconfitta è stata ed è drammatica. Lo scrivo e dico perchè penso che i nuovi amministratori, la nuova classe dirigente della città, non siano all’altezza. Perchè sento che stanno riportando indietro la nostra comunità, la stanno snaturando rispetto a nuove consapevolezze, entusiasmi e progetti che in essa andavano maturando. Perchè abbiamo perso la Provincia, che presiede a scelte importanti, la guida di società pubbliche di servizi pubblici essenziali, decisivi per la vita quotidiana di tutti noi. Perchè abbiamo ucciso la speranza fra la nostra gente. Io posso solo provare a rimboccarmi le maniche. Se qualcuno dei compagni ed amici ha ancora fiducia nella possibilità di ripartire subito, con rinnovato entusiasmo, mi voti”.

 

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