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“Valanga di opportunità” dopo Rigopiano. Regione e Università sotto accusa per titolo convegno

“Valanga di opportunità” dopo Rigopiano. Regione e Università sotto accusa per titolo convegno

PESCARA, 21 giugno 2017 – “Dalla grande calamità una valanga di opportunità”. Un titolo folle, che sembra mirare a volgere in positivo una catastrofe come quella dell’Hotel Rigopiano di Farindola, costata la vita a 29 persone. Gli unici che sembrano non rendersi conto dell’assoluta inopportunità di uno slogan del genere, irrispettoso innanzitutto nei confronti delle vittime e dei loro familiari, sono gli ideatori del convegno che si terrà domani mattina alle 9 al Campus Universitario di Teramo.

Un fatto ancora più grave, considerando che sul manifesto che pubblicizza l’evento campeggiano i loghi di numerose autorevoli istituzioni, a partire da Regione Abruzzo, Università degli Studi di Teramo, Fondazione Gran Sasso e Fondazione degli Agronomi forestali. Tra i relatori, inoltre, figurano il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, il rettore dell’Università di Teramo Luciano D’Amico, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi e il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino.

Gianluca Tanda, portavoce del comitato che riunisce i familiari delle vittime dell’Hotel Rigopiano, commenta:

 “Siamo assolutamente indignati, ci sono familiari di alcune vittime che mi hanno chiamato piangendo. Inizialmente pensavo fosse uno scherzo e quando ho visto i simboli di tutte le istituzione ho fatto fatica a crederci. Mi è sembrato di risentire le risate di quegli affaristi che si fregavano le mani quando ci fu il terremoto del 2009 a L’Aquila. In quell’occasione almeno erano intercettati, mentre qui lo si mette nero su bianco rendendolo pubblico. Mi chiedo quali opportunità ci possano essere per chi ha perso familiari e amici, e in alcuni casi perdendo loro ha perso davvero tutto”.

manifesto

Il manifesto, in queste ore, sta suscitando un’ondata di proteste anche sui social network. Il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ha subito preso le distanze attraverso una nota pubblicata sul suo profilo Facebook:

“Non sarò presente al convegno poiché non risultano inviti in questo senso alla mia segreteria né richieste di patrocinio alla struttura di Presidenza. Tra l’altro domani sarò impegnato a Roma in una serie di appuntamenti istituzionali calendarizzati da tempo. Stigmatizzo il titolo dato all’incontro, che mantiene sanguinante una ferita dolorosissima. Le parole a volte sono sassi, anche se involontari”.

Resta il fatto che qualcuno deve avere autorizzato la pubblicazione del simbolo della Regione Abruzzo sul manifesto. Probabilmente si tratta di un’adesione superficiale, che però su un tema così sensibile e che ha visto la Regione, nella gestione dell’emergenza, tenere una condotta non certo inappuntabile, non appare giustificabile.

Altrettanto grave la presenza sul manifesto del simbolo dell’Università di Teramo, che peraltro ospiterà il convegno: un’istituzione che si presuppone debba contribuire alla crescita civile e culturale del territorio, e può vantare all’interno del suo ateneo una facoltà di Scienze della comunicazione che, a quanto pare, non sembra nelle condizioni di offrire un contributo valido alle scelte comunicative dell’università teramana.

Tra i tanti atti d’accusa che in queste ore piovono sugli organizzatori e sulle istituzioni che hanno aderito all’evento, quello di Sara Marcozzi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle:

“L’unica opportunità che si è persa è quella di tacere. Dopo la tragedia di Rigopiano, le vittime, i milioni di euro di danni alle imprese, le inefficienze della Regione, la carenza di mezzi di soccorso che ci hanno portato a donare una turbina spalaneve alla Protezione Civile Abruzzese, leggere il vergognoso titolo di questo convegno fa rabbrividire. Il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il rettore D’Amico, il sindaco Brucchi, il presidente della Provincia Di Sabatino e gli organizzatori, chiedano scusa e annullino il convegno”.

Anche Sinistra Italiana, tramite il coordinatore regionale Daniele Licheri, stigmatizza l’accaduto:

“Un titolo del genere è uno schiaffo ai parenti delle vittime. Non so chi abbia partorito l’idea ma dire che è di cattivo gusto è un eufemismo. Mi meraviglio della facoltà di Scienze politiche che ospita e sostiene questo incontro”.

Gli universitari teramani dell’Udu hanno scritto al rettore D’Amico per esprimere il proprio dissenso e chiedere chiarimenti (LEGGI QUI).

Il rettore D’Amico annulla il convegno (LEGGI QUI).

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