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Di Benedetto chiude la porta a D’Alfonso: “Io alla Asl? No grazie”

Di Benedetto chiude la porta a D’Alfonso: “Io alla Asl? No grazie”

L’AQUILA, 2 agosto – Una questione di stile e di opportunità. La risposta di Americo Di Benedetto, candidato sindaco dell’Aquila per il centrosinistra, oggi consigliere comunale di opposizione, è di quelle che lasciano il segno. E sul piano politico, oltre che umano, è un segno profondo.

Di Benedetto, che nella vita fa il commercialista, era stato nominato dal governatore della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, nel collegio sindacale della Asl aquilana. Sul piano tecnico nulla da eccepire. Sul piano politico non è difficile intuire nella scelta un contentino neanche da sottovalutare. Il tentativo di rattoppare uno strappo violento.

Può non essere così? Può, ma in determinate situazioni l’apparenza vale più della sostanza.

Questione di sostanza ne fa proprio, e pubblicamente, Di Benedetto. Che con un post su Facebook, di quelli pesati parola per parola dà, a Luciano D’Alfonso innanzitutto, ma al sistema della politica abruzzese in generale, una di quelle lezioni che non si possono ignorare. Anche volendo.

“Ringrazio il Presidente della Regione Abruzzo per la stima professionale manifestata nei miei confronti. La sua designazione nel prestigioso ruolo di controllo della Asl provinciale mi lusinga. – scrive Di Benedetto – Mi dispiace, ma con rammarico non posso accettare. Spero di non essere scortese. Ho un ruolo politico, quello che la città dell’Aquila ha ritenuto giusto assegnarmi, accettare sarebbe inopportuno. Lo sarebbe ancor più se nelle future competizioni elettorali, politiche e regionali, come credo che accadrà, sarò impegnato (indirettamente o in prima persona, vedremo…)”. 

E poi chiarisce:

“Nel mio percorso di vita ho sempre tenuto distinta la mia passione per la politica (di qualsiasi tipo, anche ordinistica) dalla mia attività professionale. È una questione di stile, non un semplice esercizio.
L’etica politica e la deontologia professionale non si dichiarano, si praticano. Finita la mia esperienza di impegno pubblico avrò la mia professione, propria della sua specializzazione nel settore della pubblica amministrazione. Da quel momento concorrerò con i miei colleghi secondo i giusti principi di trasparenza e di rotazione. Per ora continuerò ad occuparmi degli altri, non di me stesso. L’esempio fa la differenza, sempre!”

Serve aggiungere altro? Forse solo che al potere, chi vuole, può anche dire di no. Facile.

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