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Esposto del M5s contro D’Alfonso: “Strumentalizza la Regione per fini elettorali”

Esposto del M5s contro D’Alfonso: “Strumentalizza la Regione per fini elettorali”

PESCARA, 19 febbraio – Il Movimento 5 Stelle accusa Luciano D’Alfonso di fare propaganda elettorale strumentalizzando la Regione Abruzzo, in virtù del suo ruolo di governatore e invia un esposto a Prefettura, Agcom e Corecom, per segnalare l’infrazione della legge sulla par condicio. La denuncia porta la firma dei consiglieri regionali Sara Marcozzi e Domenico Pettinari e dal deputato Gianluca Vacca.

Nel mirino dei 5 Stelle la violazione delle disposizioni dettate dall’articolo 9 della Legge 28/2000, in materia di comunicazione istituzionale nel periodo elettorale. Gli esponenti pentastellati denunciano:

 “Una campagna elettorale in cui la facciata istituzionale nasconde una mera propaganda personale, utilizzando strutture e risorse dell’Ente pubblico, che nulla dovrebbero avere a che fare con la promozione dell’immagine di un candidato. Basta leggere i comunicati stampa pubblicati dal sito istituzionale di Regione Abruzzo, a seguito di conferenze stampa convocate ad hoc, e poi divulgati sugli organi di stampa locali, attraverso l’ausilio di foto e titolazione che non lasciano margine di dubbio: all’esame delle uscite pubbliche di Regione Abruzzo di quest’ultimo mese si evince come le comunicazioni del Presidente non soddisfino i requisiti dell’indispensabilità per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni e della forma impersonale, così come dettato dall’articolo 9 della Legge n. 28/2000”.

La legge di riferimento recita testualmente: “dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.

Marcozzi, Pettinari e Vacca rimarcano:

“Alla luce dell’articolo citato, le comunicazioni con cui il candidato e presidente D’Alfonso ha occupato le pagine dei quotidiani e i siti istituzionali di Regione Abruzzo,  dovevano essere rimandate in un momento successivo alla data di svolgimento delle elezioni politiche e, comunque, qualora fossero giudicate improrogabili per urgenza, non dovevano riportare nomi e cognomi di personaggi politici ricoprenti cariche istituzionali, riconducibili ad uno specifico schieramento politico o addirittura candidati alle elezioni in prima persona”.

Gli esponenti del Movimento 5 Stelle richiamano la Circolare n. 20/2005 del Ministero dell’Interno, nella quale si precisa che “i singoli soggetti titolari di cariche pubbliche, se candidati, possono svolgere attività di propaganda elettorale al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali purché non utilizzino mezzi istituzionali e non utilizzino altresì argomenti collegabili, direttamente o indirettamente, a qualsivoglia attività amministrativa”.

Inoltre citano il parere del professor Pierluigi Mazzella, per sei anni direttore dell’Agcom, secondo il quale “al Primo ministro, al Governatore, al Sindaco che parla in prima persona si richiede di essere Uomo dell’Istituzione (di tutti), dimenticando di essere Uomo di Parte politica (di alcuni). Tutto ciò è di comune comprensione. La comunicazione istituzionale non deve fare altro che favorire e promuovere in termini positivi le attività amministrative, senza avere in sé altra finalità, meno che mai quella diretta all’acquisizione del consenso politico per il Politico-Amministratore”.

Gli attivisti pentastellati concludono:

“Ancora una volta il presidente D’Alfonso si macchia di arroganza istituzionale e i dati pessimi che riporta il Pd in Abruzzo non possono essere una giustificazione per la sua ansia da risultato. Se il Governo guidato dal Pd avesse lavorato per gli italiani negli ultimi anni, se la Regione sotto la sua direzione avesse lavorato per gli abruzzesi, oggi probabilmente non dovrebbe scadere in queste squalificanti strumentalizzazioni nel tentativo di strappare qualche consenso in più e forse non si troverebbe a parlare a sé stesso con un megafono. Ci aspettiamo dalle autorità competenti un celere riscontro all’esposto che sicuramente darà ragione alla nostra denuncia.”

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