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Furbetti del cartellino a Sulmona, arriva la stretta dell’amministrazione comunale

Furbetti del cartellino a Sulmona, arriva la stretta dell’amministrazione comunale

SULMONA, 26 ottobre – Il giorno dopo il polverone che ha colpito il Comune di Sulmona per la vicenda dei furbetti del cartellino, l’amministrazione della città ovidiana corre ai ripari, emanando una circolare d’emergenza, per contrastare il fenomeno dell’assenteismo. Disposizioni di buon senso, che dovrebbero essere date praticamente per scontate, ma che così scontate in realtà non sono, visto quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, che hanno coinvolto circa 50 dipendenti comunali accusati di truffa e false attestazioni. Le nuove misure prevedono una flessibilità nell’orario di 45 minuti sia in entrata che in uscita, l’uso del telefono personale limitato alle sole urgenze, una pausa caffé di 10 minuti e l’obbligo di lavoro in 36 ore settimanali.

Oltre alle normative generali, che fanno riferimento al contratto collettivo nazionale dei dipendenti pubblici, il sindaco Annamaria Casini e l’assessore al personale Cristian La Civita hanno deciso di inserire anche delle regole interne, che i dipendenti comunali dovranno rispettare.

Un’altra prescrizione, particolarmente rilevante visto quanto affiorato dall’inchiesta, riguarda l’uso strettamente personale del badge, che attesta la presenza in servizio: qualsiasi movimento del dipendente, d’ora in poi, dovrà essere sempre autorizzato dal dirigente. Particolare attenzione anche in merito all’utilizzo dei buoni pasto, altro punto sotto la lente della Guardia di Finanza.

“Il buono pasto è corrisposto ai dipendenti che prestino attività lavorativa al mattino con prosecuzione nelle ore pomeridiane, con una pausa non superiore a due ore e non inferiore a trenta minuti – si legge nella circolare -. Poiché nel Comune di Sulmona sono previsti due rientri pomeridiani, il lunedì e il giovedì, in detti giorni è riconosciuto il buono pasto ai dipendenti aventi diritto, in tutti gli altri casi dovranno essere autorizzati dal dirigente di riferimento”.

Il procuratore del tribunale di Sulmona, Giuseppe Bellelli, nel frattempo ha fatto sapere che “l’inchiesta non è chiusa” e che “è ancora presto per trarre delle conclusioni”.

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