Gioco d’azzardo in Abruzzo: di cosa ci dobbiamo davvero (pre)occupare?

PESCARA, 6 marzo – Le statistiche sulla dimensione del fenomeno del gioco d’azzardo in Abruzzo sono rimbalzate in tutti i media locali e non solo: i dati riportati dell’Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano, in collaborazione con l’Agenzia dei Monopoli, evidenziano come la nostra regione sia una delle più attive sul fronte del gioco, con una spesa che nel 2016 ha raggiunto i 1,9 miliardi di euro e probabilmente avrà superato quota 2 miliardi nel 2017; l’Abruzzo è anche la seconda regione con la più alta densità di apparecchi di gioco per abitante, mentre nella provincia de L’Aquila si registra la più alta concentrazione di apparecchi (uno ogni 83 abitanti) a livello nazionale; nella classifica nazionale, la regione è terza per quanto riguarda la spesa pro-capite; come avviene anche nel resto d’Italia, sono in aumento i casi di dipendenza dal gioco d’azzardo.

L’origine di questa incredibile crescita del fenomeno del gioco d’azzardo viene comunemente attribuita alla diffusione degli apparecchi slot che, ironia della sorte, è stata incentivata dal cosiddetto Decreto Abruzzo chiamato “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile”. E proprio di ironia si deve parlare perché quella misura, che era stata giustificata dicendo che, per reperire i soldi della ricostruzione, sarebbe stato necessario creare nuove lotterie istantanee, rendere più frequenti le estrazioni del lotto e aprire le porte all’introduzione delle macchine VLT negli esercizi pubblici, non solo non ha portato fondi a favore della regione, ma anzi ne ha fatto uno degli epicentri di quelli che per molti si prospetta come una emergenza sociale: la dipendenza da gioco.

Questi dati vanno però messi a confronto con altre statistiche recentemente pubblicate e che hanno ottenuto meno eco nei media, quelle cioè riferite al mercato del gioco online che, nel 2017 nel nostro paese, è cresciuto del 22%.  Il valore complessivo del settore è di 1,2 miliardi di euro e i casinò online legali, come LeoVegas ed altri, sono i grandi protagonisti di questa crescita, responsabili del 50% delle entrate totali generate dal comparto, mentre il resto è suddiviso tra scommesse sportive, siti di bingo e poker e altre opzioni di scommessa online. Approfondendo i dati relativi ai giochi da casinò, le slot machine online catturano un terzo della spesa totale dei giocatori, mentre lotto e bingo si spartiscono un 10% del mercato.

Le analisi del settore, per il 2017, evidenziano anche la fulminante ascesa del gioco mobile, con una spesa nei casinò mobile di oltre 230 milioni di euro, pari ad una crescita del +50%.

Risulta dunque chiaro come, quando si discute riguardo al settore del gioco d’azzardo, si debbano prendere in considerazione sia gli apparecchi fisici presenti negli esercizi pubblici sia il crescente utilizzo delle varie piattaforme online, che tra l’altro si caratterizzano per una maggiore tutela e sicurezza per l’utente.

Rodolfo Rabboni, psicoterapeuta responsabile dell’area gioco patologico del dipartimento dipendenze di Ancona, invitato ad un convegno sulle ludopatie a L’Aquila, ha dichiarato che “dal punto di vista psicologico, il gioco nasconde la difficoltà di una persona di prendere in considerazione le proprie criticità. In pratica attraverso il gioco vengono scaricate tutte quelle cose a cui non si vuole pensare o che non si vogliono fare, una sorta di difesa che però tende ad isolare dalla realtà e da sè stessi”.

Questo tipo di approccio al problema, che guarda più alle problematiche interne alla persona che agli stimoli esterni è già stato adottato da amministrazioni di altre regioni che hanno iniziato ad impostare interventi più focalizzati sulla comunicazione, l’informazione e l’educazione dei cittadini e soprattutto dei giovani, piuttosto che su misure proibizionistiche o volte a demonizzare una forma di intrattenimento legale che è anche un settore economico in grado di creare ricchezza e posti di lavoro. Ora che le elezioni si sono concluse, vedremo cosa proporranno i vincitori su questo tema.

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