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Il Consiglio Comunale stronca la richiesta di Pescara Porto: no alle nuove case sulla riviera sud

Il Consiglio Comunale stronca la richiesta di Pescara Porto: no alle nuove case sulla riviera sud

PESCARA, 24 febbraio – Il Consiglio comunale di Pescara ha detto no alla richiesta della società Pescara Porto, che aveva chiesto di modificare la destinazione d’uso, da uffici a residenze, di due dei tre edifici di 21 metri da costruire nei pressi dell’area ex Edison, di fianco all’ex Cofa.

La delibera, dopo una lunga querelle tra maggioranza e opposizioni, e diversi imbarazzi nelle file della maggioranza, ieri è approdata in Consiglio e al termine di una lunga seduta è passata la delibera che boccia il cambio della destinazione d’uso. Il voto è stato quasi unanime: 21 consiglieri si sono espressi contro il progetto di edilizia residenziale sulla riviera, con il solo Riccardo Padovano a sostenere le ragioni dei costruttori.

La partita in ballo non era di poco conto, aveva a che fare con interessi milionari e con il futuro volto del lungomare Sud della città di Pescara. Basti pensare che a riaprire i giochi era stato un emendamento alla legge di stabilità approvato il 23 dicembre del 2014, che aveva rimesso in moto il maxi progetto della società Pescara Porto: inizialmente, infatti, era prevista la costruzione di un albergo, poi la realizzazione di uffici e infine la società avrebbe voluto edificare strutture residenziali.

Il 18 ottobre scorso, però, il dirigente del Dipartimento Attività Tecniche, Energetiche ed Ambientali del Comune di Pescara aveva negato la concessione del nuovo permesso edilizio, rimandando ogni decisione al Consiglio comunale e sostenendo che per le abitazioni è necessaria una variante al Piano regolatore.

La Pescara Porto aveva subito presentato ricorso al Tar, chiedendo che fosse annullato l’atto del dirigente comunale, ma i giudici hanno ritenuto infondate le pretese della società. La palla è dunque tornata al Consiglio comunale, con la maggioranza che negli ultimi tempi era sembrata piuttosto divisa e incerta sul da farsi.

Nei mesi scorsi, infatti, la delibera sul caso Pescara Porto era arrivata più volte in commissione, salvo poi essere ritirata, tra le proteste dell’opposizione di centrodestra, che aveva accusato il centrosinistra di scegliere di non decidere, per non prendere posizione su una vicenda che riguarda da vicino figure molto influenti a livello locale. La Pescara Porto, infatti, risulta intestata a due società minori: Viana, di cui sono azionisti i costruttori Andrea e Luca Mammarella, ed Uropa, di cui sono soci Ugo, Roberto e Paola Milia, figli di Giuliano Milia, storico legale di fiducia del presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso.

La vicenda ha creato contrasti e spaccature nella maggioranza, con l’assessore all’urbanistica Stefano Civitarese fermamente contrario alla realizzazione di abitazioni su quel tratto di riviera e l’assessore all’edilizia Loredana Scotolati schierata su posizioni opposte. Il sindaco Marco Alessandrini era sulla linea di Civitarese, ma anche per evitare il cristallizzarsi di imbarazzanti divisioni, aveva preferito attendere il parere del Tar prima di portare la delibera in Consiglio.

 

 

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