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Il Cresa: “Sono i giovani l’elemento dinamico dell’imprenditoria abruzzese”

Il Cresa: “Sono i giovani l’elemento dinamico dell’imprenditoria abruzzese”

L’AQUILA, 8 novembre – Non chiamateli “bamboccioni”. In Abruzzo i giovani ci provano, eccome se ci provano, a lanciare nuove attività, magari portando elementi di modernizzazione nella tradizione, più che lanciarsi in percorsi altamente innovativi. E’ la fotografia della nuova imprenditoria che il Cresa ha elaborato sulla base degli ultimi dati forniti da Infocamere-Stockview, la banca dati delle Camere di Commercio.

Sono 1.911 le imprese aperte da giovani di età inferiore a 35 anni, nei primi nove mesi del 2016. In media sette al giorno.

Nello stesso periodo a chiudere sono state 1.021 (incluse le cessazioni d’ufficio), con un saldo positivo di 890 unità.

“Considerando che le imprese giovanili costituiscono il 29,0% delle nuove aperture e il 15,5% delle chiusure, sembra che esse contribuiscano in maniera considerevole e positiva alla dinamica imprenditoriale regionale. – si legge nella nota del Cresa – A livello provinciale emerge in positivo la situazione di Pescara dove è stato raggiunto il maggior numero di aperture di imprese da parte di giovani (530) con conseguente migliore tasso di iscrizione (16,3 su 100 imprese attive giovanili), il miglior saldo tra imprese giovanili iscritte e cancellate (250) e il conseguente migliore tasso di sviluppo (7,7 surplus di iscritte sulle cancellate rispetto a 100 imprese attive giovanili)”.

Al 30 settembre 2016 in regione risultano attive 12.535 imprese giovanili (2,4% di quelle nazionali) che rappresentano il 9,8% delle imprese attive totali abruzzesi: territorialmente prevale la provincia di Chieti (3.322 pari
al 26,5%) mentre a L’Aquila se ne localizza la quota minore (22,5%).

La scelta è indirizzata principalmente verso attività di tipo tradizionale: commercio (31,6% rispetto al 31,7% italiano), costruzioni (13,9% rispetto al 15,6% nazionale), alloggio e ristorazione (12,2% poco superiore al 10,9% italiano), agricoltura (8,9% poco minore del 9,6% nazionale) e attività manifatturiere (7,4% rispetto a 6,3% italiano), mentre sono meno diffuse le attività ad alto valore aggiunto quali servizi di informazione e comunicazione
(2,4% allineato al valore nazionale), attività professionali, scientifiche e tecniche (2,8% quasi allineato al 2,9% italiano) e attività finanziarie e assicurative (2,5% poco inferiore al 2,9% nazionale).

“Tra le province  – nota il Cresa – emerge la situazione dell’Aquila dove il peso delle imprese giovanili attive nelle costruzioni, alloggio e ristorazione e agricoltura (rispettivamente 17,3%, 13,9% e 12,6%) supera la media regionale. Superano il peso regionale a Pescara le imprese giovanili attive nel commercio e attività professionali, scientifiche e tecniche (rispettivamente 38,5% e 3,6%) e a Chieti quelle che si occupano di agricoltura e attività finanziarie e assicurative (rispettivamente 10,4% e 3,3%)”.

Riguardo alla tipologia giuridica le imprese giovanili abruzzesi sono costituite principalmente
come imprese individuali (74,8%) così come accade in Italia (76,9%) e in parte molto minore come
società di capitali (16,2% rispetto al 14,6% italiano) e come società di persone (7,6% rispetto al
6,8% nazionale).

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