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Incendio a Sant’Atto, vertice tra sindaci e Arta per valutare l’adozione di misure urgenti

Incendio a Sant’Atto, vertice tra sindaci e Arta per valutare l’adozione di misure urgenti

TERAMO, 27 giugno 2017 – Convocato d’urgenza un tavolo tecnico con gli esponenti dell’Arta e i sindaci dei comuni interessati, in seguito all’incendio che ieri notte ha colpito l’azienda Richetti, nel nucleo industriale di Sant’Atto. Il vertice servirà a fare il punto della situazione e a valutare l’adozione di eventuali provvedimenti a tutela della salute pubblica.

Nell’incendio, infatti, è andata bruciata parte della copertura in eternit del capannone, con una densa colonna di fumo che si è alzata per tutta la notte in direzione mare.

Al tavolo tecnico prenderanno parte il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, il sindaco di Bellante Giovanni Melchiorre e il sindaco di Castellalto Vincenzo Di Marco.

Nel frattempo il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, commenta:

“Esprimo tutta la mia preoccupazione per una vicenda che investe così duramente anche gli equilibri occupazionali. Ci siamo spesso occupati dell’azienda al tavolo delle relazioni industriali. Il pensiero è rivolto ai dipendenti e alle loro famiglie, siamo in contatto con i sindacati per agevolare ogni percorso che consenta di accedere agli ammortizzatori sociali, in attesa di capire quale sarà il futuro del sito produttivo”.

Il Wwf di Teramo mette in rilievo i rischi legati alla presenza di amianto:

“L’incendio verificatosi questa notte presso lo stabilimento della Richetti in località Sant’Atto di Teramo ancora una volta ha messo in evidenza grossi problemi dal punto di vista della tutela sanitaria dei cittadini, in particolare dei lavoratori. La presenza di amianto, ormai accertata, avrebbe suggerito misure d’emergenza immediate, compresa un’ordinanza di chiusura delle aziende presenti nel nucleo industriale per il tempo necessario a svolgere tutte le opportune analisi. Non si comprende perché il sindaco da una parte inviti i cittadini a tenere le finestre chiuse e dall’altra non si preoccupi di quanti lavorano nei capannoni vicini all’incendio. Ci chiediamo come mai, in attesa di avere dati certi sulla presenza di amianto o di diossine in atmosfera, non si sia optato per la chiusura delle aziende del nucleo industriale quantomeno quelle localizzate nelle immediate vicinanze, individuando così una fascia di rispetto. La tutela della salute di tutti i cittadini, lavoratori e residenti, deve essere un’assoluta priorità”.

 

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