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Incendio alla Richetti a Teramo, da prime analisi l’aria non è inquinata

Incendio alla Richetti a Teramo, da prime analisi l’aria non è inquinata

TERAMO, 28 giugno – Teramo non è stata interessata dai fumi della combustione prodotta dall’incendio ed in ogni caso i risultati degli esami effettuati sui primi campioni di aria prelevati dall’Arta non avrebbero evidenziato concentrazioni significative di composti inquinanti. Che, tradotto, vuol dire che almeno nell’immediatezza non c’è stato inquinamento dell’aria. A rendere noti i primi dati la stessa Arta che sottolinea come da ieri pomeriggio alle 14 sia in funzione, per 24 ore, in prossimità del capannone interessato dall’incendio,  un campionatore di aria ad alto volume in dotazione al distretto provinciale di Chieti in grado di acquisire molta aria da campionare in un breve lasso di tempo, consentendo la determinazione e il monitoraggio di sostanze normalmente presenti nell’aria in bassa concentrazione. Strumento, quest’ultimo, utile in particolare per campionare gli idrocarburi.


La relazione tecnica dell’Arta, clicca qui per scaricarla


I risultati degli accertamenti riguardano i prelievi effettuati nell’area del capannone industriale oggetto dell’incendio, in località Case Molino di Castellalto, a Bellante Stazione, nell’area della piazzetta di S.Atto, nel piazzale antistante il centro commerciale Brico Io a San Nicolò e a Bellante Paese, con l’Arta che spiega come dai dati emerga come al momento dei prelievi, nelle postazioni di controllo esterne allo stabilimento, “i composti organici volatili generati dall’incendio non risultavano rinvenibili a concentrazioni significative“.

Inoltre, dai valori registrati dalla centralina di monitoraggio della qualità dell’aria ubicata nel quartiere Gammarana di Teramo, che acquisisce anche i dati meteo, è emerso, sempre secondo l’Arta, come durante l’incendio della ditta “Richetti” i venti dominanti soffiavano da Ovest, “pertanto la città di Teramo non è stata interessata dai fumi della combustione“.

“Ciò è confermato – spiega l’Arta – dal fatto che le concentrazioni degli inquinanti non hanno subito innalzamenti di rilievo”.

Nella nota l’Arta ricorda anche come nello spegnimento dell’incendio “si è evitato che le coperture di eternit dello stabilimento si frantumassero all’esterno del capannone, facendole invece implodere al suo interno sotto la spinta dell’acqua delle pompe“.

Al contrario dalla ricognizione effettuata dalla Asl con il supporto dell’Arta è emerso come alcuni frammenti di materiale contenente amianto siano ricaduti nel cortile della ditta “Alfagomma”, confinate con l’azienda bruciata, cortile per il quale è stata già disposta la messa in sicurezza.

“Si è provveduto inoltre a bloccare il conferimento nella fognatura consortile delle acque di prima pioggia accumulate nelle vasche, comprese le acque di spegnimento – conclude l’Arta – e a rogo ormai spento, nelle prime ore della mattinata, i tecnici dei distretti provinciali di Teramo hanno prelevato campioni istantanei di aria sia nell’area del rogo che nelle località di Piane Sant’Atto di Teramo, Castellalto, Selva Piana di Mosciano Sant’Angelo e Villa Rasicci di Bellante, come concordato con i sindaci dei Comuni interessati nel corso del tavolo tecnico convocato dalla Prefettura e al quale, insieme al Direttore del Distretto di Teramo Campanella, ha preso parte anche il Direttore generale dell’Agenzia Francesco Chiavaroli”.

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