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“Le accuse fondate su preconcetti”: ecco perché Bertolaso è stato assolto nel “Grandi rischi 2”

“Le accuse fondate su preconcetti”: ecco perché Bertolaso è stato assolto nel “Grandi rischi 2”

L’AQUILA, 5 gennaio – Preconcetti e retropensieri. Si muovono su un filo polemico le motivazioni con cui il giudice del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Grieco, ha assolto l’ex capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, dall’accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni. Il processo è il cosiddetto Grandi Rischi bis, quello nato faticosamente dopo la diffusione della intercettazione telefonica tra lo stesso Bertolaso e Daniela Stati, all’epoca assessore regionale alla Protezione civile. La telefonata in cui si diceva di organizzare un evento mediatico per rassicurare gli aquilani rispetto allo sciame sismico che precedette il terremoto del 2009.

Diciotto pagine di motivazioni in cui il magistrato rileva, fondamentalmente, che

“La serena e non preconcetta lettura della telefonata (tra Guido Bertolaso e Daniela Stati, ndr) esclude in modo incontrovertibile l’esistenza di qualsiasi nesso di causalità tra quanto affermato da Bertolaso e i successivi tragici accadimenti del 6 aprile 2009”.

Grieco in realtà affronta con un approccio logico differente il capo di imputazione sostenendo che

“una volta appreso il contenuto delle dichiarazioni rassicuranti rese dal suo vice”, Bertolaso doveva “farsi carico di smentirlo attraverso un intervento ufficiale volto a informare la popolazione aquilana” ma un’accusa di questo tipo “non è stata sottoposta al decisivo vaglio dibattimentale e non ha mai formato oggetto di alcun tipo di contraddittorio tra le parti” né c’è “il benché minimo riferimento” nel capo di imputazione.

In sostanza non sono tanto le parole dette da Bertolaso a fornire materiale per un’accusa, ma eventualmente il suo non aver agito dopo che le rassicurazioni erano state date, forte del suo ruolo di responsabilità. Ma questo è un aspetto mai preso in considerazione.

E lo ribadisce, Grieco, nel corso della sentenza:

“soltanto una lettura preconcetta e non serena delle parole pronunciate da Bertolaso può condurre a una diversa interpretazione di quel colloquio” con l’assessore Stati. “Soltanto partendo dal pregiudizio dell’esistenza di un suo retropensiero – insiste la sentenza – può ritenersi che l’imputato, al di là del significato letterale delle espressioni usate, abbia inteso indurre la sua interlocutrice a riportare alla popolazione notizie tranquillizzanti in ordine al rischio di una scossa sismica di forte intensità”.

Resta dunque l’ex vice di Bertolaso, Bernardo De Bernardinis, l’unico condannato nei processi alla Commissione Grandi Rischi, due anni di carcere, per lui, ormai definitivi.

 

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