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Mercatino etnico, sì alla localizzazione sotto il tunnel della Stazione. Diffida del centrodestra

Mercatino etnico, sì alla localizzazione sotto il tunnel della Stazione. Diffida del centrodestra

PESCARA, 10 marzo – Emendamenti decaduti, diffide, centrodestra che abbandona l’aula, ma presenti 16 consiglieri, con tredici sì, due no e un astenuto è passata la delibera sulla localizzazione del mercato etnico nel sottopasso della stazione centrale in via Ferrari.

Non è un passaggio indolore, ovviamente: lungo il dibattito, violenta l’opposizione, nuova lacerazione con Pignoli, ma soprattutto il condizionamento dell’operazione della Guardia di Finanza che, con i suoi quindici arresti, ha gravato sull’aula, seppur con diverse interpretazioni.

Alla delibera si sono opposti i 5Stelle, mentre la minoranza di centrodestra, decaduti gli 850 emendamenti presentati, è uscita dall’aula consegnando una formale diffida a sindaco, presidente del consiglio e consiglieri comunali rimasti proprio sull’approvazione della delibera.

“Con questo voto il Consiglio oggi si è impegnato a risolvere una situazione rimasta sospesa per lungo tempo – così il sindaco Marco Alessandrini nel suo intervento prima del voto – Situazione che quasi un anno fa, a fronte di una sinergia con le forze dell’ordine e dopo anni di inerzia, questa Amministrazione ha affrontato, facendosi carico di uno sgombero per far cessare le situazioni di illegalità che hanno portato agli arresti di ieri, tollerate, invece, da chi è stato classe dirigente e ha preferito non farsene carico per anni. Arresti che sono frutto proprio delle indagini che ci hanno spinto, allora, ad agire pur in modo doloroso nei confronti della comunità senegalese”.

Di tutt’altra idea i consiglieri di centrodestra:

“Una diffida ufficiale rivolta al sindaco Alessandrini, al Presidente del Consiglio e a tutti i consiglieri comunali affinchè non venga approvata la delibera inerente la ricostituzione del mercatino etnico sotto il tunnel della stazione e anzi, la stessa, venga ritirata. È quella che stamane abbiamo presentato, Forza Italia, Pescara in Testa e Pescara futura, in ossequio ai principi della Corte di Cassazione che, in simili situazioni, potrebbero far ravvisare un concorso colposo nel delitto doloso nel caso in cui in quel tunnel dovesse ripetersi la prosecuzione delle attività illecite finite nel mirino della Procura Distrettuale Antimafia de L’Aquila, un’indagine con ramificazioni campane, ma partita proprio dal mercatino etnico della stazione di Pescara”.

La risposta di Alessandrini è arrivata in Consiglio:

“Considero la diffida presentata oggi dalla minoranza di centrodestra come uno strano modo di fare lotta politica e di farsi paladini della legalità, senza aver messo in cammino nulla per assicurarla quando era necessario. La delibera votata va in tutt’altra direzione, che non è quella di riallocare un mercato dell’illegalità, ma di istituire, per la prima volta nella storia di Pescara, un mercato etnico, con merce legale, proveniente da fuori Abruzzo, con operatori sia stranieri che italiani, che abbiano le carte in regola per entrare e le attività limpide e solide per rimanere. Sarà nostra priorità e cura continuare a fare in modo che quello che si è verificato lì non si ripeta in futuro, che tutte le regole vengano rispettate, a partire da quelle che disciplinano il commercio, ma ad arrivare anche alla sicurezza sui luoghi di lavoro, all’igiene, che dobbiamo realizzare nell’area individuata, ribadendo il carattere inclusivo della nostra città”.

Ma quello che l’opposizione contesta è anche la spesa, considerata eccessiva:

“Pescara – ha proseguito il Capogruppo Testa – non ha bisogno di alcun nuovo mercato, per noi l’integrazione passa dalla presenza degli ambulanti extracomunitari muniti di regolare licenza all’interno dei mercati rionali già esistenti.  E oggi spendere 250mila euro per un mercato da parte di un Comune che è in predissesto con decine di criticità è una pura follia amministrativa: abbiamo strade in abbandono, scuole non a norma, abbiamo problemi importanti su cui vanno dirottate le risorse, che non possono essere usate per soddisfare i vezzi della politica. La scelta del tunnel è pericolosa, mediocre e soprattutto contraria anche a qualunque sviluppo delle aree di risulta”.

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