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Metanodotto e centrale Snam a Sulmona, Pietrucci contro Pd e Governo: “Basta fare finta di nulla”

Metanodotto e centrale Snam a Sulmona, Pietrucci contro Pd e Governo: “Basta fare finta di nulla”

L’AQUILA, 23 ottobre – Un invito al Governo affinché dica no alla realizzazione del tracciato del metanodotto Sulmona-Foligno lungo l’Appennino e alla costruzione della centrale a compressione nella città ovidiana. A lanciarlo è il consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci, che si rivolge direttamente ad un Governo politicamente “amico”.

Pietrucci afferma:

“Non sarebbe accettabile qualsiasi via libera da parte del Governo. Sono19 i Comuni su cui insiste il tracciato e che nello stesso tempo fanno parte dei crateri sismici costituitisi dal 2009 ad oggi. Non esiste alcuna esigenza di approvvigionamento energetico o impellente ragione economica, che giustifichi un rischio del genere, anche alla luce dei dissensi espressi ufficialmente e istituzionalmente dai Comuni interessati dal tracciato”.

Il consigliere regionale aquilano ricorda:

“Contro il metanodotto Snam e la centrale a compressione di Sulmona mi sono fatto promotore di tutti gli atti pubblici e istituzionali possibili. Sono arrivato a scrivere al presidente della Repubblica, due volte al presidente del Consiglio, prima Renzi e poi Gentiloni, ed ho firmato una risoluzione approvata dal Consiglio regionale. Nel corso della prossima seduta del Consiglio regionale si discuterà un’altra mia risoluzione che ho presentato mesi fa e che propone di studiare un tracciato alternativo in mare. La Giunta regionale ha espresso ripetutamente il suo diniego al passaggio del metanodotto lungo la dorsale appenninica”.

Infine un messaggio al Governo e al Partito Democratico guidato da Renzi:

“Il governo e il Pd non possono continuare a fare finta di nulla, a nascondere la testa sotto la sabbia. Dovranno scegliere se privilegiare le ragioni della convenienza economica e dei grandi operatori energetici oppure, al contrario, fare una scelta di pura e semplice prudenza, che apra la possibilità di una valutazione di un tracciato alternativo, lontano dai territori ad alto rischio sismico, dalla aree interne di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che, oltre alla morte e alla distruzione degli ultimi anni, non possono e non devono sopportare la spada di Damocle di una infrastruttura che rischia di rivelarsi una vera e propria bomba a orologeria”.

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