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Metanodotto Snam: sabato a Sulmona la manifestazione “Stop Hub del gas”

Metanodotto Snam: sabato a Sulmona la manifestazione “Stop Hub del gas”

SULMONA, 9 aprile – Un fermo no alla centrale di compressione e al metanodotto che Snam e  un appello rivolto a tutti gli abruzzesi a partecipare alla manifestazione “No Snam– No Gasdotto, No Centrale, Stop Hub del gas” in programma per la giornata di sabato, a partire dalle ore 15, a Sulmona. Ad invitare la popolazione alla mobilitazione, questa mattina il sindaco di Sulmona Annamaria Casini e i responsabili regionali di Wwf, Legambiente e Italia Nostra, con il presidente regionale di quest’ultima associazione Mimmo Valente che nel confermare la convinta adesione alla sfilata del 21 ha annunciato che anche la sua organizzazione sta valutando l’opportunità di rivolgersi alla magistratura amministrativa contro il decreto governativo favorevole al contestatissimo impianto di Sulmona.

Opera la cui criticità sono state illustrate dal delegato del Wwf Abruzzo Luciano Di Tizio e dal presidente regionale di Legambiente Giuseppe Di Marco, che hanno ricordato come l’avvocato Francesco Paolo Febbo stia lavorando per la stesura del ricorso al Tar che le due associazioni presenteranno entro la metà di maggio.

Tra le criticità evidenziate “la non strategicità dell’opera, la contraddittorietà e l’illogicità dell’iter legato alla sua realizzazione” e i rischi connessi.

“Secondo lo scenario della Ue nel 2030, se venissero realizzate tutte le infrastrutture programmate, la capacità delle importazioni di metano in Europa arriverebbe a 1.000 miliardi m3/anno, cioè un livello tre volte maggiore della domanda prevista – hanno sottolineato le associazioni –   I consumi al contrario non potranno che diminuire in relazione alle politiche climatiche: ogni punto percentuale di aumento dell’efficienza garantisce una riduzione del 2,6% delle importazioni di metano e il Parlamento Europeo ha proposto di alzare ulteriormente l’attuale obiettivo 2030 della Commissione sull’efficienza dal 30% al 40%”.

Per gli ambientalisti, inoltre, vi sarebbero prospetti di contraddittorietà ed illogicità anche rispetto al percorso autorizzativo seguito e ad alcune scelte strumentali ad esso affini, senza considerare l’assenza di una adeguato dibattito pubblico sull’argomento. Sul tavolo anche gli “elevati rischi legati alla realizzazione dell’opera per l’uomo, da quello sismico all’incolumità pubblica”.

“Gli elevati rischi per il territorio e natura, la centrale ed il gasdotto mettono a rischio aree protette nazionali e regionali, siti Natura 2000, l’areale di tutela dell’orso bruno marsicano e altre specie faunistiche prioritarie, come lupo e camoscio – concludono  le associazioni –  Una serie di ragioni che avrebbero dovuto spingere il governo a una maggiore cautela e comunque a una maggiore considerazione dell’opposizione che migliaia di cittadini e le istituzioni locali a ogni livello ribadiscono da anni. Ancora di più un governo che ha approvato il decreto in questi giorni, dopo le elezioni, quando era rimasto in carica unicamente per l’ordinaria amministrazione. Certamente non è invece una questione ordinaria un progetto di così ampia portata contro il quale in più regioni l’opposizione è totale e convinta”.

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