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Omicidio di Penne, Giancaterino ai giudici: “Sono innocente, mai stato quel giorno in quella casa”

Omicidio di Penne, Giancaterino ai giudici: “Sono innocente, mai stato quel giorno in quella casa”

CHIETI, 13 febbraio – Mirko Giancaterino si professa innocente. Il 37enne di Penne nega di avere ucciso Gabriele Giammarino, 80 anni, l’ex maresciallo dell’Aeronautica rinvenuto cadavere nella città vestina, all’interno della propria abitazione, il 13 settembre del 2015. Secondo l’accusa Giancaterino, che è accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e di incendio, avrebbe assassinato la vittima con 26 coltellate e numerosi pugni, e avrebbe dato fuoco al materasso che copriva Giammarino nel tentativo di sviare le indagini.

Oggi il presunto omicida, nell’ambito del processo in corso davanti alla Corte d’Assise di Chieti, si è sottoposto all’interrogatorio: ha respinto tutte le accuse, affermando di non essere mai entrato nell’abitazione della vittima il giorno in cui è stato commesso il delitto.

Quanto alla sua presenza nei pressi dell’abitazione di Giammarino, la mattina dell’omicidio, Giancaterino ha detto ai giudici che era uscito di casa per recuperare l’auto che la notte precedente lo aveva lasciato a piedi e per acquistare le sigarette. L’imputato ha inoltre riferito che in quel periodo era ricaduto nella droga e aveva dunque scelto un luogo apparato, una specie di giardino nei pressi dell’abitazione della vittima, per iniettarsi eroina e assumere cocaina. Quanto ad una macchia di sangue trovata su una sua scarpa, l’uomo ha invece sostenuto di essersi sporcato quando si è inginocchiato per drogarsi: ”Lì ci sarà passato chi ha commesso il reato”, si è difeso Giancaterino.

La Corte ha fissato al 27 marzo l’udienza per la discussione e ha rigettato alcune richieste della difesa, che aveva invocato la comparazione tra il materiale trovato sotto le unghie di Giammarino e il dna dell’imputato, poiché la vittima si sarebbe difesa. Sempre la difesa di Giancaterino aveva chiesto di ascoltare un vicino di casa e di risentire i carabinieri che effettuarono il sopralluogo.

Prima di ascoltare Giancaterino, la Corte ha esaurito l’esame dei testimoni sentendo la badante rumena che abitava al piano di sotto dell’abitazione della vittima: la donna il giorno dell’omicidio, dopo aver sentito alcuni rumori provenienti dal piano di sopra, attraverso la spioncino della porta di casa vide allontanarsi un uomo che successivamente riconobbe come la persona ripresa da una telecamera di sorveglianza e che i carabinieri di Penne identificarono in Giancaterino.

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