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Omicidio Neri, ascoltato lo zio della vittima: “L’ho visto l’ultima volta dalla nonna in ospedale”

Omicidio Neri, ascoltato lo zio della vittima: “L’ho visto l’ultima volta dalla nonna in ospedale”

PESCARA, 23 aprile – E’ stato poco più di una formalità il colloquio avuto oggi pomeriggio, per circa un’ora e mezzo, dal sostituto procuratore Valentina D’Agostino, con  Camillo Lamaletto, lo zio di Alessandro Neri, il ventinovenne di Spoltore ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato morto l’8 marzo scorso nei pressi di un canale alla periferia della città adriatica. La pista familiare, infatti, sembra ormai tramontata e la persona ascoltata oggi, fratello della madre del ragazzo ucciso, ha fornito la sua piena collaborazione, rispondendo alle domande con linearità.

Camillo Lamaletto è stato ascoltato in qualità di persona informata dei fatti. E’ stato accompagnato, al quarto piano del palazzo della Procura, dagli avvocati Vincenzo Di Girolamo e Canio Salese.

All’imprenditore, che vive in Venezuela, è stato chiesto di fornire una ricostruzione, di carattere generale, dei rapporti familiari. Lamaletto ha parlato, in particolare, dei rapporti con la sorella e ha confermato i dissapori che si erano venuti a creare per questioni societarie relative alla gestione dell’azienda vitivinicola di famiglia.

Ad una precisa domanda del magistrato, inoltre, Lamaletto ha risposto di avere visto per l’ultima volta il nipote molto tempo fa, ovvero quando la madre, ovvero la nonna del ragazzo ucciso, era stata ricoverata in ospedale.

Sabato scorso, in Procura, era stato ascoltato Gaetano Lamaletto, figlio di Camillo e cugino di Alessandro Neri: il giovane ha smentito di avere avuto litigi con il ragazzo ucciso, ha spiegato che il volo con il quale era tornato in Venezuela, subito dopo la morte del cugino, era stato prenotato con largo anticipo e ha affermato di non essere a conoscenza delle amicizie frequentate da Alessandro.

Al momento, a circa un mese e mezzo dall’omicidio, non ci sono indagati per la morte del ragazzo. Nei giorni successivi al delitto erano state sequestrate due auto della famiglia Lamaletto, ma la pista familiare sembra essere definitivamente tramontata.

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