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Omicidio Vasto, si scava nel pc e nelle telefonate di Di Lello alla ricerca di un possibile complice

Omicidio Vasto, si scava nel pc e nelle telefonate di Di Lello alla ricerca di un possibile complice

VASTO, 4 febbraio – Il sospetto è che qualcuno possa aver aiutato Fabio Di Lello nel commettere l’omicidio, mettendolo al corrente degli spostamenti di Italo D’Elisa. Ed è proprio per fugare questo sospetto che lunedì si svolgerà l’incidente probatorio, richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica Gabriella De Lucia, per verificare le telefonate fatte e ricevute dal cellulare e per documentare il traffico e i contenuti del computer dell’uomo.

L’obiettivo è quello di verificare se qualcuno mercoledì pomeriggio abbia avvertito Di Lello, impegnato a Cupello in un allenamento calcistico, della presenza di Italo D’Elisa davanti al Drink Bar in via Perth, dove si è consumato l’omicidio.

“In pratica – spiega l’avvocato Pompeo Del Re, che rappresenta la famiglia della vittima   – vogliamo sapere se c’è stato un complice che ha segnalato gli spostamenti del povero Italo. Nomineremo un tecnico per assisterci in questa fase investigativa”.

Secondo Del Re, che ha svolto un’autonoma indagine difensiva, Di Lello già da tempo avrebbe premeditato l’uccisione del 21enne, che nel luglio scorso aveva provocato l’incidente stradale mortale di sua moglie Roberta Smargiassi. Il legale ha anche comunicato delle conversazioni avvenute da Di Lello con una persona, ora da identificare, che segnalava dove si trovasse Italo.

“Siamo stati convocati dalla Procura – dichiara Del Re – per verificare le chiamate fatte e ricevute dal cellulare di Di Lello e il traffico e i contenuti del suo computer. In particolare se qualcuno ha avvertito telefonicamente Di Lello informandolo della presenza mercoledì pomeriggio di Italo davanti al Drink Bar. Un altro aspetto che vogliamo che si indaghi e ne abbiamo fatto richiesta alla Procura, se ci sono stati dispositivi sul patrimonio di Fabio Di Lello anteriori all’omicidio di Italo e successivi alla disgrazia della giovane Roberta. Questo può spiegarci l’indice di una premeditazione in quanto atti che potessero far presagire la volontà di spogliarsi dei propri averi in previsione del compimento di un atto estremo come poi così è stato”.

Del Re segnala che il 1 dicembre 2016, presso lo studio notarile Manuela Carmina di Cupello, Fabio Di Lello aveva firmato un atto di donazione ai propri genitori – che avevano accettato – dell’immobile di sua proprietà; l’atto era stato poi registrato in Conservatoria il 22 dicembre.

Oggi, intanto, nel carcere di Vasto si è svolto l’interrogatorio di garanzia di Fabio Di Lello, che assistito dai suoi legali, gli avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni, si è avvalso della facoltà di non rispondere.”Non era nelle condizioni e nella serenità necessari per parlare”  hanno dichiarato i suoi legali.

A Di Lello  la Procura contesta il reato di omicidio volontario premeditato.

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