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Pescara, lettere per il Si al referendum: il Garante della privacy bastona il Pd

Pescara, lettere per il Si al referendum: il Garante della privacy bastona il Pd

PESCARA, 19 aprile – L’invio dell’opuscolo “Basta un si” durante la campagna per il referendum sarebbe stato effettuato in violazione del codice per la protezione dei dati personali. A stabilirlo il Garante per la privacy, che nell’esaminare la segnalazione effettuata all’epoca da Augusto Se Sanctis ha messo nero su bianco come, a suo parere, il Pd abruzzese abbia “trattati i dati personali utilizzati per l’invio dell’opuscolo oggetto della segnalazione , in violazione dell’art.3 commi 1 e 4 del Codice, non essendo state rispettate le condizioni previste dal provvedimento del 6 marzo 2014, ai fini dell’esonero dall’informativa agli interessati…”

“Il Garante, a cui mi ero rivolto il 2 dicembre 2016, mi ha dato oggi pienamente ragione – commenta De Sanctis – La violazione relativa al trattamento dei dati personali è stata addebitata al Partito Democratico per l’Abruzzo. Interessanti, a mio giudizio, i contenuti dell’istruttoria, alla base della decisione, avviata dopo il mio esposto che ha portato anche all’apertura di un fascicolo da parte della Magistratura per il quale il gip ha ordinato lo svolgimento di ulteriori indagini dopo una prima richiesta di archiviazione chiesta dal Pm, a cui mi ero opposto.”

Nella nota il Garante sottolinea come il comitato per il si abbia rappresentato di non “aver mai autorizzato, nell’ambito della campagna referendaria, l’invio di lettere prestampate a contenuto propagandistico a firma del presidente della Regione Abruzzo nella sua veste istituzionale” e che “nessun coinvolgimento può essere attribuito al predetto comitato nazionale con riferimento alla segnalazione”, intervenendo anche sul riferimento, nell’opuscolo, al sito www.laregionedicelaregionefa.it, che come specificato dalla stessa direzione generale  della Regione Abruzzo “è dello staff politico della Presidenza e segue le iniziative di indirizzo politico e di comunicazione politica anche della persona fisica del Presidente”.

“Poiché nel frattempo il Referendum oggetto della questione si è tenuto, il Garante non ha, ovviamente, ravvisato la necessità di intervenire con provvedimenti prescrittivi o inibitori e si è quindi riservato di verificare con altra istruttoria la sussistenza dei presupposti per contestare una eventuale sanzione amministrativa – continua De Sanctis – Ovviamente non posso che essere soddisfatto dell’esito della mia segnalazione, anche se arriva quando il gioco democratico è terminato da tempo con il successo, fortunatamente, del No al Referendum costituzionale. Credo che nell’era del web e dei messaggi che si cancellano in maniera temporizzata il sistema debba prevedere meccanismi decisionali più celeri affinché provvedimenti come questi e come quelli dell’Agcom arrivino in tempo utile per fermare chi si ritiene stia violando le regole del dibattito pubblico”.

De Sanctis annuncia anche la volontà di trasmettere “alla Procura di Pescara la nota del garante per le loro opportune valutazioni nell’ambito dell’inchiesta in corso“.

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