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Porto di Pescara, D’Alfonso accelera e gli ambientalisti frenano. Esposto all’Anti-Corruzione

Porto di Pescara, D’Alfonso accelera e gli ambientalisti frenano. Esposto all’Anti-Corruzione

PESCARA, 21 dicembre – D’Alfonso accelera e gli ambientalisti frenano. E’ guerra aperta sui lavori per l’apertura della diga foranea e per la realizzazione della barriera soffolta nell’area del porto di Pescara. Nelle stesse ore in cui la giunta regionale presenta il cronoprogramma e annuncia l‘inizio dei lavori per gennaio, il Forum H2o e altre associazioni abruzzesi inviano un esposto all’Autorità Anti-Corruzione, denunciando “una clamorosa inversione procedimentale”.

IL CRONOPROGRAMMA DELLA REGIONE

La Regione, nel corso di una riunione convocata dal presidente della giunta Luciano D’Alfonso, alla quale hanno partecipato il comandante della Capitaneria di porto Enrico Moretti e i rappresentanti del Provveditorato alle opere marittime, del Comune di Pescara, dell’Arta e dell’Arap, ha definito il  cronoprogramma degli interventi, in base al quale entro gennaio prenderanno il via i lavori per la realizzazione della barriera soffolta, mentre ai primi di marzo si procederà al taglio di 70 metri della diga foranea.

Per quanto riguarda la barriera soffolta, già nei prossimi giorni si procederà all’adeguamento del progetto esecutivo, accogliendo le prescrizioni del Comitato Via. Successivamente verrà convocata una conferenza dei servizi per autorizzare l’immersione del materiale e la movimentazione sommersa dei fondali interessati dalla barriera. Dopo questo ultimo veloce adempimento, la ditta che si è aggiudicata l’appalto potrà avviare immediatamente i lavori. Quanto alla diga foranea, invece, occorrerà attendere 45 giorni per il deposito del progetto esecutivo, redatto dalla stessa ditta che si è aggiudicata la gara per i lavori, che dovrà recepire le prescrizioni del Comitato Via. Subito dopo l’elaborato sarà approvato e il cantiere potrà essere aperto.

Nel frattempo la Regione, attraverso l’Arap, ha avviato la procedimentalizzazione delle ulteriori opere già previste nel porto di Pescara e calate nel nuovo piano regolatore portuale, recentemente approvato. Tra queste spicca il prolungamento della banchina sud e altri interventi per migliorare la sicurezza e la funzionalità dello scalo, per i quali è previsto un investimento di 15 milioni di euro inserito nel MasterPlan.

L’ESPOSTO ALL’AUTORITA’ ANTI-CORRUZIONE

Il Forum H2o, l’Associazione Pescara PuntoZero e la Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus però non ci stanno e denunciano vizi di natura procedurale, rendendo noto di avere presentato, proprio questa mattina, un esposto all’Autorità Anti-Corruzione e al Ministero delle Infrastrutture, e per conoscenza anche alle procure di Pescara, L’Aquila e Roma.

In sostanza, a giudizio delle varie sigle ambientaliste, sarebbe stata commessa una “clamorosa inversione procedimentale”, con appalti aggiudicati un anno prima della procedura di verifica di Assoggettabilità al comitato Via. Inoltre, secondo le associazioni, progetti che sarebbero di competenza del comitato di Valutazione d’impatto ambientale (Via) nazionale sarebbero stati trattati dal Via della Regione Abruzzo “per la sola e più semplice Valutazione ambientale”. Infine si chiede una verifica e una valutazione “sul ruolo del progettista del taglio della diga che è anche commissario liquidatore dell’Autorità di Bacino”.

Sono queste le ragioni alla base dell’esposto di 9 pagine inviato all’Autorità Nazionale Anti-Corruzione e al Ministero delle Infrastrutture, con il quale si chiede l’annullamento dei due appalti per la barriera soffolta e per il taglio della diga foranea, “aggiudicati da quasi un anno dal Provveditorato alle Opere Pubbliche in assenza delle procedure ambientali, conclusesi solo ieri con numerose prescrizioni”.

Gli ambientalisti poi entrano nel dettaglio delle contestazioni formulate:

“Le gare sono state aggiudicate undici mesi prima della conclusione delle procedure di valutazione ambientale. Come sappiamo esistono tre fasi progettuali: progetto preliminare, definitivo ed esecutivo. La norma impone che le valutazioni ambientali siano condotte sul progetto preliminare. Infatti al Comitato V.I.A. regionale il 20 novembre 2015 sono stati depositati gli elaborati del progetto preliminare su cui è avvenuta la decisione di ieri 20 dicembre 2016. Peccato che il progetto esecutivo, denominato ‘Porto di Pescara – Primi interventi di adeguamento strutturale – Lavori di realizzazione di una barriera soffolta’, per un importo a base d’asta di euro 1.199.357,94, sia andato in gara avviata il 29 ottobre 2015 con aggiudicazione avvenuta il 16 dicembre 2015. L’altro progetto, nella versione definitiva, denominato ‘Pescara – progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di apertura della diga foranea e opere di protezione del Porto di Pescara’, per un importo a base d’asta di euro 3.349.832,01, è andato in gara il 21 dicembre 2015 e aggiudicato il 28 gennaio 2016. Dunque la gara sul progetto esecutivo per la barriera soffolta è stata addirittura avviata 22 giorni prima dall’avvio della procedura di Valutazione ambientale (Va) e aggiudicata incredibilmente 18 giorni prima della conclusione del periodo delle osservazioni del pubblico per la Va sul progetto preliminare e oltre un anno prima della decisione del Comitato VIA. Inoltre la gara sul progetto definitivo per il taglio della diga foranea è stata addirittura avviata 14 giorni prima della conclusione del periodo delle osservazioni del pubblico per la Va e aggiudicata undici mesi prima della decisione del Comitato VIA”. Per questo le associazioni si chiedono “come il Provveditorato possa essere passato alle fasi progettuali successive di maggior dettaglio (definitivo/esecutivo) senza un parere fondamentale e obbligatorio”.

Nell’esposto si elencano numerosi articoli del Codice degli Appalti e del relativo regolamento di attuazione che impongono alla stazione appaltante di verificare la completezza delle procedure prima di appaltare i lavori e si citano le prescrizione imposte ieri dal Comitato Via:

“Parliamo di 15 prescrizioni, sia di carattere procedurale, come la necessità dell’autorizzazione paesaggistica, sia relative alle opere. A nostro avviso l’avere inserito eventuali riserve negli appalti non ne ripristina la legittimità. Clamoroso, ad esempio, il fatto che il progetto preliminare depositato al Comitato Via. prevedesse il taglio della diga per 120 metri. Tutti gli elaborati sugli impatti ambientali (sedimentazione, idrologia ecc.) sono relativi a questa ampiezza dell’apertura. Peccato che il Provveditorato abbia già mandato a gara e aggiudicato, da un anno, un progetto per un taglio ampio solo 70 metri. Ora il Comitato Via ne prende atto inserendola come una prescrizione, senza però relazionare in alcun modo su quali saranno gli effetti ambientali di questa variante sostanziale. Cosa accadrà, ad esempio, sugli effetti di interrimento dell’avamporto?”.

Le associazioni chiedono anche di valutare la compatibilità della posizione del progettista del taglio della Diga, che è anche commissario all’Autorità di Bacino:

“In quest’ultimo ruolo ha sottoscritto numerosi elaborati relativi all’iter amministrativo del nuovo Piano Regolatore Portuale approvato il 18 novembre 2016, rendendo conformi i due interventi proposti dal Provveditorato, tanto che sono opere richiamate espressamente nella Delibera di Giunta Regionale che ha adottato il nuovo Piano Regolatore Portuale che, ricordiamo, ha fatto solo la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (Vas). Evidenziamo che al momento del deposito al Comitato Via. dello scorso anno, i due progetti non erano conformi con il Piano portuale allora vigente”.

Infine nell’esposto si evidenziano altri aspetti di natura procedurale:

“Sulla base delle norme comunitarie, i due progetti, facendo parte del nuovo Piano regolatore Portuale così come riconosciuto dalla stessa Giunta regionale, in quanto opere portuali devono essere assoggettate a Via completa diretta, senza passare per la Valutazione ambientale, addirittura di competenza nazionale presso il Ministero dell’Ambiente. Riteniamo che sia illegittimo, sia dal punto di vista delle norme che regolano gli appalti, sia di quelle di carattere ambientale, aver scorporato in due procedure diverse opere che di fatto costituiscono un intervento unitario. In questo modo tutte le valutazioni vengono rese più difficili. Ricordiamo che la Diga Foranea attuale non ha mai fatto il Via. e sappiamo come è andata a finire. Continuare con queste procedure a nostro avviso è del tutto fuori luogo. Ci chiediamo perché non sia stata fatta, come accade per gli altri porti e come era stato suggerito anche dal Ministero dell’Ambiente, un’unica procedura coordinata di Via.-Vas per l’intero Piano Regolatore Portuale. Forse perché ciò avrebbe significato dover fare gli approfondimenti di una Via nazionale per il faraonico nuovo porto? Ora invece con una semplice Verifica di Assoggettabilità regionale si fanno andare avanti due progetti che metteranno tutti davanti al fatto compiuto, visto che disegnano l’assetto voluto dal nuovo piano regolatore portuale senza che per questo sia stata espletata la Via”.

In conclusione gli ambientalisti fanno sapere di essere pronti a presentare altri esposti anche alla Commissione Europea.

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