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Presentato il Rapporto Svimez 2017, Pil Abruzzo a -0,2%. M5s e Fi attaccano D’Alfonso

Presentato il Rapporto Svimez 2017, Pil Abruzzo a -0,2%. M5s e Fi attaccano D’Alfonso

PESCARA, 7 novembre – Variazione del Pil pari al -0,2% tra il 2015 e il 2016, occupati cresciuti dello 0,5%, persone in cerca di lavoro scese del 3,2% tra il 2015 e il 2016 ma aumentate del 24,4% dal 2000 allo scorso anno, esportazioni in crescita del 9,7%: sono i dati per l’Abruzzo contenuti nel Rapporto Svimez 2017 presentato oggi alla Camera dei Deputati. Ed è subito polemica: se la Regione definisce l’Abruzzo sempre più come una “terra cerniera” e sottolinea che “il 2018 sarà l’anno della svolta economica”, Movimento 5 Stelle e Forza Italia interpretano i dati negativamente e criticano l’operato del Governo D’Alfonso. 


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Per la Regione parla l’assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, secondo cui “il rapporto Svimez 2017 offre diversi spunti positivi per quanto riguarda il nostro territorio”.

“L’Abruzzo si conferma terra cerniera tra Nord e Sud, con dati che la pongono nettamente al di sopra dei valori registrati nel resto del Mezzogiorno e che guardano al centro Italia. Per quanto riguarda l’occupazione la variazione tra 2016 e 2015 segna un +0,5% (da 521.600 a 524.200 unità) mentre diminuisce del 3,2% il tasso di persone in cerca di occupazione (da 69.100 a 66.900). Allo stesso modo cresce (+1,2%) il tasso di occupazione, passando dal 54,5% al 55,7%, e si riduce (-0,5%) il tasso di disoccupazione, che passa dal 12,6% al 12,1%. In merito al prodotto pro capite, l’Abruzzo fa registrare 22.853,30 euro per abitante (+0,1%), una cifra che pone la regione molto al di sopra rispetto al dato medio del Sud (17.146,00) e in avvicinamento verso la media nazionale (25.890,50). Quanto al dato del prodotto interno lordo, un dato ‘vecchio’ in quanto noto sin dal luglio scorso è vero che nel 2016 si è registrata una flessione dello 0,2, ma si tratta di una caratteristica comune alle regioni colpite dal sisma verificatosi nei mesi di agosto e ottobre, con Umbria (-1,1) e Marche (-0,2) più penalizzate rispetto al Lazio (+0,1) che fa marcare un aumento contenuto”.

Paolucci sottolinea che “il rapporto Svimez termina con una serie di proposte: una di queste, quella sulla logistica, prevede l’istituzione di nuovi corridoi trasversali al bacino del Mediterraneo e al suo interno (punto 2) auspica la creazione di un asse centro-settentrionale che vada dalla Spagna (Barcellona) all’Est europeo passando per Civitavecchia, Ortona/Pescara e la Croazia. Un suggerimento – conclude – che va verso lo schema al quale la Giunta D’Alfonso sta lavorando sin dal suo insediamento”.

FORZA ITALIA, SEVERA BOCCIATURA PER GOVERNO D’ALFONSO

Il deputato Fabrizio Di Stefano (Forza Italia) parla di “una bocciatura severa e senza sconti del Governo D’Alfonso”

“L’Abruzzo – dice Di Stefano – è l’unica Regione del Mezzogiorno ad avere un dato di crescita del Pil con il meno davanti. Non solo quindi perdiamo punti importanti rispetto allo scorso anno, ma addirittura arriviamo ad essere in decremento, a dispetto dei parametri di tutte le altre Regioni del Sud che invece sono in crescita. Possiamo interpretare tutti gli altri numeri come vogliamo ma una cosa è certa: a fronte di una promessa sbandierata agli abruzzesi quattro anni fa in campagna elettorale, quella per cui i parametri dell’Abruzzo avrebbero agganciato quelli delle virtuose Regioni del Nord Italia, stiamo invece retrocedendo verso i parametri del centro Sud e questo, assolutamente, non depone bene per la nostra economia”.

M5S, MANCA VISIONE STRATEGICA PER L’ABRUZZO

Il M5s parla di “effetti della totale mancanza di visione strategica per l’Abruzzo che centrosinistra e centrodestra hanno prodotto negli ultimi 10 anni”.

“Tutte le regioni del mezzogiorno crescono, tranne l’Abruzzo che arretra dello 0,2% – osserva la consigliera regionale Sara Marcozzi (M5s). Oramai questi sono dati consolidati dei quali siamo costretti a prendere atto ogni anno. La politica degli annunci del presidente D’Alfonso sta dando i suoi frutti: distruzione delle piccole imprese, indebolimento dei grandi insediamenti, povertà in continuo aumento e consumi fermi al palo. Abbiamo urgente bisogno di mandare a casa questa classe politica e avviare un efficace piano di rilancio per la regione che passi attraverso il turismo, il sostegno al credito alle Pmi, l’istituzione del reddito di cittadinanza, l’implementazione della rete dei trasporti e un piano di investimenti su piccole infrastrutture che mettano in sicurezza il territorio”.

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