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Processo De Fanis, ex dirigente in aula: “Mi disse che poteva disporre dei soldi come voleva”

Processo De Fanis, ex dirigente in aula: “Mi disse che poteva disporre dei soldi come voleva”

PESCARA, 15 febbraio – E’ stato un clamoroso autogol, per la difesa dell’ex assessore Luigi De Fanis, la citazione dell’ex dirigente del servizio politiche culturali della Regione Abruzzo, Paola Di Salvatore, in qualità di testimone, nell’ambito del processo nato dall’inchiesta “Il Vate”, sulle presunte tangenti nel settore Cultura della Regione. Incalzata dal pm Anna Rita Mantini, Di Salvatore non ha fornito alcuna rivelazione clamorosa sui fatti contestati, ma ha dipinto un quadro, relativo alla gestione dell’ex assessore, che ha finito per mettere ulteriormente in cattiva luce De Fanis.

Di Salvatore ha citato il caso dello spettacolo tenuto da Dacia Maraini a L’Aquila, come “esempio della mancanza di coincidenza tra azione tecnica e azione politica”, al tempo in cui lei era dirigente e De Fanis assessore:

“In occasione di uno spettacolo, collegato al Salone del Libro di Torino, che la Maraini decise di tenere gratuitamente a L’Aquila, con somme che erano già state impegnate, io ricordai all’assessore che bisognava tenere fede ad un impegno etico ed utilizzare una piccola parte delle risorse per pagare il service dello spettacolo, mentre De Fanis mi rispose che poteva disporre di quelle somme come voleva”.

 

La testimone, che nel 2013, proprio quando era in carica De Fanis, in seguito alla soppressione del servizio che dirigeva passò a dirigere un altro servizio, ha poi spiegato cosa intende per mancanza di coincidenza:

“Si verifica quando l’organo politico chiede atti e provvedimenti che superano i limiti del diritto amministrativo o non tutelano l’interesse pubblico. Questa assenza di coincidenza operativa posso ricondurla alla persona di De Fanis. Ritenni di non segnalarla a nessuno e di limitarmi a non adottare i provvedimenti che non ritenevo legittimi”.

I fatti al centro del processo si riferiscono al 2013. Gli imputati, con le accuse, a vario titolo, di concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa, peculato, abuso e falso, sono l’ex assessore De Fanis, il rappresentante legale dell’associazione Abruzzo Antico Ermanno Falone, il responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo Rosa Giammarco e l’imprenditore Antonio Di Domenica. Lucia Zingariello, ex segretaria dell’assessore, è uscita di scena dal processo patteggiando una condanna ad un anno e 11 mesi di reclusione.

Il procedimento mira a fare luce sulle modalità di erogazione dei contributi regionali, sulla base della legge regionale 43/73, successivamente abrogata, che disciplinava l’organizzazione, l’adesione e la partecipazione a convegni e altre manifestazioni culturali con la possibilità di distribuzione di fondi. A dare il via all’inchiesta, la denuncia dell’imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti, che si era rivolto alla Forestale dopo presunte richieste di denaro da parte dell’ex assessore, in cambio dell’erogazione di fondi per l’organizzazione del concorso internazionale di musiche da film “Mario Nascimbene Award” e per un evento al Salone del Libro di Torino.

Sempre oggi pomeriggio è stato ascoltato un altro testimone, l’ex consigliere regionale Antonio Prospero, che ha riferito in merito alla consegna di un assegno da 10mila euro a De Fanis:

“Lui mi ha chiesto un prestito e siccome siamo amici io gli ho prestato i soldi”.

Era prevista anche l’audizione di un terzo testimone, che però non si è presentato e per il quale il giudice Maria Michela Di Fine ha disposto l’accompagnamento coatto, in vista di un’apposita udienza fissata per il 21 febbraio. Il 15 marzo saranno invece ascoltati gli imputati e il 30 maggio si terrà la discussione e arriverà la sentenza.

All’udienza hanno assistito anche un gruppo di attivisti del M5s, tra i quali figuravano il deputato Gianluca Vacca, il consigliere Domenico Pettinari e il consigliere comunale Massimiliano Di Pillo. L’obiettivo era esprimere solidarietà ad Andrea Mascitti.

Così Pettinari:

“Riteniamo che le persone coraggiose, che non abbassano la testa e non chinano la schiena, ribellandosi contro il malaffare, debbano avere sempre il nostro sostegno. Forse in Italia ci sarebbe bisogno di più persone come Andrea Mascitti. Noi c’eravamo allora e ci siamo anche oggi.  Abbiamo sempre sostenuto la causa di Andrea Mascitti, supportando anche il suo premio, qualche anno fa, quando gli abbiamo consentito portarlo a termine,  mentre tutti l’avevano abbandonato e isolato”.

Gianluca Vacca ha aggiunto:

“Siamo da sempre vicini ad Andrea Mascitti, perchè vogliamo tutelare quelle persone che in Italia decidono di non piegarsi di fronte ad eventuali abusi. La magistratura farà il suo corso e vedremo cosa accadrà in sede di accertamenti giudiziari, però ci teniamo a manifestare la nostra vicinanza ad Andrea e alle persone come lui”.

 

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