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Processo Del Turco, la Cassazione: “Non c’è prova della sudditanza da parte delle case di cura”

Processo Del Turco, la Cassazione: “Non c’è prova della sudditanza da parte delle case di cura”

ROMA, 22 marzo 2017 – Non c’è prova della “sudditanza” delle case di cura nei confronti dell’ex presidente della giunta regionale abruzzese Ottaviano Del Turco. E’ questa, in estrema sintesi, una delle principali ragioni che il 3 dicembre scorso hanno spinto la Cassazione ad optare per l’annullamento con rinvio della condanna per associazione a delinquere e altri reati “minori” a carico dell’ex governatore. Del Turco era accusato di essersi fatto dare tangenti per 800 mila euro, in cambio di “agevolazioni”, dall’imprenditore della sanità abruzzese Vincenzo Angelini.

Nella parte centrale delle motivazioni che accompagnano la sentenza della Cassazione si legge:

 “Il programma del sodalizio criminoso avrebbe dovuto concernere la creazione di uno stato di sudditanza delle case di cura in generale, ma in concreto lo stesso si sarebbe risolto nell’alimentare quello ‘status’ solo con riguardo all’Angelini. Appare indimostrato e per certi versi paradossale, che la gestione della sanità da parte del ristretto comitato facente capo ai sodali fosse stata ispirata esclusivamente dall’intento di creare condizioni di sudditanza dell’Angelini, in modo che ogni scelta potesse essere poi utilizzata strumentalmente, quasi che l’azione fosse governata ‘a priori’ da quel necessario riverbero, altra cosa essendo invece lo sfruttamento delle contingenze che in concreto venivano a determinarsi, con ricadute sull’Angelini'”.

La Suprema Corte inoltre rileva come la Corte di Appello dell’Aquila, che aveva ridotto la pena per Del Turco da nove anni e sei mesi a quattro anni e sei mesi, abbia adottato un “mutamento di prospettiva nell’analisi delle condotte induttive” che non dimostra “una complessiva ‘mala gestio’ in materia sanitaria”.

La Cassazione, infine, nel rinviare la vicenda alla Corte di Appello di Perugia, rimarca che nessuno dei coimputati di Del Turco è stato condannato per reati di supporto all’associazione a delinquere, evidenziando come tale aspetto rappresenti un altro tassello debole della sentenza di secondo grado.

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