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Qualità della vita a Pescara: per Confartigianato “città non sicura”, per Alessandrini “ci si vive bene”

Qualità della vita a Pescara: per Confartigianato “città non sicura”, per Alessandrini “ci si vive bene”

PESCARA, 28 novembre – Fioccano le polemiche all’indomani della diffusione dei dati sulla qualità della vita (leggi QUI) in Italia, che collocano la provincia di Pescara sul 99° gradino, agli ultimi posti nella graduatoria nazionale. Confartigianato e il sindaco Alessandrini ingaggiano un duello a distanza, partendo da posizioni diametralmente opposte.

Tuona Confartigianato, che ricorda di avere più volte lanciato l’allarme:

“I nostri appelli sono sempre rimasti inascoltati, ma ora i dati  confermano che Pescara non è più una città sicura – rimarcano Giancarlo Di Blasio, presidente di Confartigianato Pescara, e Massimiliano Pisani, presidente della categoria Commercio -. La cosa grave è che molti dei nostri associati, demotivati e demoralizzati, stanno delocalizzando le aziende fuori regione. Siamo ormai in una città fantasma, con strade del centro e parchi rifugio di disperati e invasi da venditori abusivi, vetrine devastate dai writers, furti e spaccate in negozi ed attività commerciali”.

Sulla base dello studio, elaborato da Italia Oggi e Università La Sapienza, Pescara scende addirittura al 104° posto per la criminalità e al 105° per il disagio sociale, in una scala che comprende 110 province.

“Basta fare un giro lungo quello che rimane dell’asse attrezzato per vedere capannoni vuoti – proseguono Di Blasio e Pisani – mentre in centro si vedono multinazionali che fanno solo vetrina, prodotti etnici senza alcun controllo, pseudoimprenditori che non seguono le regole, accessi handicap bloccati da sedie e tavoli o da espositori di cover per telefonini. Siamo esausti, non è possibile dover lottare ogni giorni per difendere le nostre aziende, quelle vere, quelle del ‘made in Abruzzo’, da criminalità, degrado e burocrazia lenta e costosa”.

Per queste ragioni Confartigianato torna a proporre una serie di interventi, che aveva già chiesto più volte di attuare nei mesi passati:

 “Per prima cosa occorre la creazione immediata di una task force da parte della Polizia municipale, che affianchi le altre forze dell’ordine in una lotta capillare per combattere i fenomeni di vagabondaggio, di abuso da parte dei furbetti, insieme ad un piano di abbattimento delle barriere architettoniche. Le aree di risulta vanno subito riqualificate, a partire dalla modifica del nome, che dovrebbe diventare ‘parco dell’Adriatico’. Bisogna rifare il manto stradale e modificare l’illuminazione. E’ necessario lavorare bene anche sull’aeroporto, non solo con azioni finalizzate ad implementare i collegamenti aerei, ma anche valorizzando le aree circostanti, oggi in stato di abbandono”.

Il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, tende invece a minimizzare la portata dei dati:

“Sorprende il fatto che la provincia di Pescara venga dipinta quasi come terra del peccato e la realtà non è questa. Ad esempio da almeno quattro anni i dati ufficiali della questura dicono che il numero dei reati commessi nella nostra città e in provincia è in calo, dunque andrebbe compreso quali parametri siano stati utilizzati per determinare  questi risultati. Inoltre, dal punto di vista delle risposte che il sistema pubblico è in grado di dare, a Pescara non passa giorno che non si faccia uno sgombero, e contestualmente all’attività di repressione puntiamo anche sulla prevenzione, con progetti sperimentali che stiamo portando avanti già da tempo”.

Secondo Alessandrini Pescara non merita il giudizio emerso dallo studio:

“Io non penso che a Pescara e provincia si viva così male e credo che se anche noi facessimo un sondaggio tra i residenti delle nostra regione, scopriremmo che Pescara resta un posto dove molti scelgono di vivere. Persone che per lavoro sono venute a Pescara negli anni, vedi anche grandi calciatori, e che poi hanno deciso di mettere qui radici e famiglia, dimostrando che Pescara mantiene una grande capacità attrattiva. Dobbiamo capire un po’ meglio i parametri di questo sondaggio, perché evidentemente c’è qualcosa che non ci torna”.

Aggiornamento !…

La polemica si allarga e registra ulteriori interventi da parte del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia. Il consigliere regionale pentastellato Domenico Pettinari mette in rilievo:

“Non serve uno studio per capire che la città di Pescara è in emergenza criminalità. Non servono una classifica e un sondaggio, che non possono mai essere completamente attendibili. Basta guardarla la città e andare nei quartieri dove la criminalità trova la sua genesi, trasformandosi in bomba sociale che esplode anche nei quartieri del centro. Abbiamo più volte messo l’amministrazione davanti alla realtà dei fatti proponendo una serie di iniziative volte a contenere il fenomeno in una città in continua espansione. Pertanto, a chi sobbalza dalla sedia leggendo qualche classifica, rispondiamo che il M5S non ha bisogno di nessun dato fornito da studi esterni, perché vivendo il territorio sappiamo bene di cosa si sta parlando”.

Quindi l’affondo contro l’amministrazione regionale e quella comunale, che sono guidate dal centrosinistra:

“Chi sembra sordo è il governo di regione, come anche quello della città, che nonostante le nostre numerose segnalazioni continuano nell’indifferenza ad amministrare il territorio come se nulla fosse – continua Pettinari -. Vanno ampliati  i servizi sociali per prevenire stati di disagio che poi sfociano in criminalità, maggiormente nei quartieri a rischio. Invece siamo davanti ad amministratori che continuano ad effettuare tagli trasversali, senza pensare alle conseguenze che pagheranno anche i cittadini che non sono diretti fruitori del servizio”.

I capigruppo di Forza Italia in Regione, Lorenzo Sospri, e al Comune di Pescara, Lanfranco Antonelli, si spingono oltre, arrivando a chiedere una seduta straordinaria del Consiglio comunale sull’emergenza sicurezza:

“Una città che in appena dodici mesi piomba al 99° posto su 110 città italiane per qualità della vita, classificandosi al 105° posto solo per il fenomeno della prostituzione e del disagio sociale, e perdendo venti posizioni, è una città che ha un’emergenza sicurezza elevatissima e insopportabile, che necessita di un confronto istituzionale urgente e immediato sulle misure da adottare per ripristinare una percezione di vivibilità. Per questa ragione abbiamo protocollato stamane la richiesta di convocazione di una seduta urgente e straordinaria del Consiglio comunale di Pescara, già preannunciata all’indomani della raccolta firme per chiedere al Governo di assegnare un contingente dell’Esercito a Pescara. Parliamo di mille firme, affidate al vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. Un’iniziativa che oggi assume una rilevanza ancora più importante dopo la pubblicazione dell’indagine condotta da Italia Oggi e dall’Università La Sapienza”.

Infine il lungo elenco delle criticità:

“L’indagine – concludono Sospiri e Antonelli – non ha fatto altro che confermare l’allarme da noi lanciato nei giorni scorsi circa le condizioni di disagio e di palpabile insicurezza che ormai si respira a Pescara a causa del sindaco Marco Alessandrini, che per due anni ha volutamente ignorato il decadimento della città, terra di conquista della criminalità, tra assalti ai furgoni portavalori, rapine negli uffici postali, spaccate notturne, senza contare il vandalismo imperante, l’accattonaggio e il dramma della disordinata movida pescarese. Una situazione tanto emergenziale da indurci a promuovere una raccolta firme tra i cittadini, da inviare al Governo Renzi, per chiedere che venga assegnata anche a Pescara, al pari di Milano, una quota del contingente dell’Esercito divenuta disponibile a conclusione del Giubileo della Misericordia”.

 

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