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Rapina fuori da un supermercato a Silvi, una condanna e due rinvii a giudizio

Rapina fuori da un supermercato a Silvi, una condanna e due rinvii a giudizio

SILVI, 11 luglio – Le avevano dato dato appuntamento davanti al supermercato Tuodì di Silvi Marina, con la scusa di saldare finalmente il debito che una delle due donne aveva contratto con lei. Ma all’appuntamento, invece di consegnarle i soldi, l’avevano aggredita portandole via anche l’auto. Un’ aggressione costata  ad Angelo Giangiulio Colasante la condanna a tre anni e dieci mesi per rapina pluriaggravata al termine del processo con rito abbreviato davanti al gup Giovanni De Rensis. Nella stessa udienza, per la stessa vicenda, sono invece state rinviate a giudizio Letizia Scavongelli  e Vincenza Cerretano, per le quali il processo si aprirà nel mese di ottobre.

I fatti contestati ai tre risalivano allo scorso  9 febbraio, con l’agguato organizzato, secondo i Carabinieri, con lo scopo di punire la vittima per i modi “sgarbati” con cui il fidanzato di quest’ultima avrebbe richiesto a Scavongelli la restituzione di un piccolo prestito di denaro che le era stato elargito tempo prima.

Una richiesta che non sarebbe andata giù alla donna, che facendosi accompagnare e spalleggiare da Colasante e da un’amica, sempre secondo l’accusa, aveva fissato  un appuntamento con la vittima nel piazzale del supermercato Tuodì di Silvi Marina, aggredendola subito dopo l’arrivo.

Secondo quanto ricostruito all’epoca dai Carabinieri della locale stazione, in particolare,  Colasante avrebbe puntato un coltello alla gola della vittima rubandole le chiavi dell’auto, mentre Scavongelli l’avrebbe minacciata con un bastone per poi fuggire a bordo della macchina rubata alla donna in direzione di Pescara.

A quel punto la ragazza, rifugiatasi all’interno del supermercato, aveva chiesto l’immediato intervento dei militari, che anche grazie ai numerosi testimoni avevano immediatamente identificato tutti i soggetti coinvolti che , nonostante risultassero irreperibili, continuavano a molestare la donna con richieste estorsive in cambio della restituzione dell’auto che le avevano rubato.

Tanto che pochi giorni dopo per Colasante e Scavongelli era scattata la misura di custodia cautelare in carcere, mentre per Cerretano era scattato l’obbligo di dimora a Pescara.

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