Pescara
Stai leggendo
Rigopiano, i periti della Procura confermano: “Hotel in area a rischio valanghe, andava evacuato”

Rigopiano, i periti della Procura confermano: “Hotel in area a rischio valanghe, andava evacuato”

PESCARA, 29 novembre – Era necessario evacuare l’hotel Rigopiano due giorni prima della tragedia per salvare vite umane. E’ quanto sostengono i periti della Procura di Pescara, secondo i quali l’evacuazione sarebbe dovuta avvenire “già dal primo pomeriggio del 16 quando sia i bollettini meteorologici e il relativo avviso di condizioni meteorologiche avverse sia il bollettino valanghe emesso dal Servizio Meteomont avevano confermato lo scenario di precipitazioni nevose intense e di possibile attività valanghiva’‘. Gli stessi esperti, nella loro relazione, sottolineano che “il bacino valanghivo al termine del quale era ubicato l’hotel dimostra di avere tutte le caratteristiche morfologiche, morfometriche, vegetazionali e nivologiche per poter essere catalogato quale un sito valanghivo“.

L’area in cui sorgeva l’hotel Rigopiano, scrivono i periti Bernardino Chiaia, Igor Chiambretti e Barbara Frigo, poteva essere soggetta a “fenomeni di magnitudo anche elevata con tempi di ritorno estremamente variabili (indicativamente da 3 a 12 anni per gli eventi di media magnitudo e da 36 a 72 anni per gli eventi di magnitudo estrema)”.

I tecnici confermano quindi quanto già emerso nel gennaio scorso a seguito degli approfondimenti svolti dal Forum H2O, che aveva per primo denunciato come l’hotel fosse stato costruito su detriti di precedenti valanghe.

”L’analisi morfometrica sin qui svolta e la comparazione di diverse riprese aeree fotografiche (che coprono il periodo tra il 1945 e l’attuale) consentono di confermare la presenza di due conoidi miste i cui agenti morfogenetici e deposizionali sono ascrivibili, con sicurezza, ai processi gravitativi di versante (colate detritiche, valanghe, processi eluvio- colluviali e frane di crollo) – scrivono i periti – Si rileva altresì una assoluta negligenza da parte dei soggetti preposti nel fatto di non aver considerato l’area in oggetto come area valanghivo. Ciò ha comportato l’omissione della messa procedure di protezione e-o di opere di difesa”.

Dalla lettura delle carte aeree quindi si comprende come ‘‘particolare il vallone che insiste sulla località di Rigopiano, mostri evidenti e numerose tracce di attività valanghiva avvenuta nel corso dell’inverno 1944-1945. Buona parte del bosco risulta rimosso lungo il percorso della valanga e la conoide è pressoché priva di alberi salvo alcune piante isolate – affermano i periti – Sono ben visibili, nelle valli limitrofe, numerose tracce penetranti (corridoi di deforestazione di colore grigio chiaro) causati dallo scorrimento di valanghe nella fascia occupata dalle faggete”.

Per quanto riguarda la necessità di evacuare l’hotel già due giorni prima della tragedia, gli esperti sottolineano che la valanga avrebbe comunque distrutto il resort, ma ”la sospensione temporanea dell’esercizio dell’Hotel Rigopiano e la tempestiva evacuazione delle persone” avrebbero permesso di salvare gli ospiti ”ben prima che i quantitativi di neve al suolo rendessero ingestibile la percorribilità della strada provinciale”.

Per i tre periti della Procura è ‘‘innegabile che proprio la costruzione del centro benessere abbia aumentato l’appetibilità del complesso alberghiero e, pur non avendo aumentato l’esposizione potenziale in termine di numero di posti letto (potenzialmente occupati), ha verosimilmente aumentato l’esposizione ‘reale’ in termini di numero di posti letto realmente occupati, anche considerando la mancanza di attrattive differenti per l’albergo nel periodo invernale (n.b. l’Hotel non è collocato all’interno di un bacino sciistico). Ciò ha peraltro anche incrementato il numero di lavoratori impiegati presso la struttura”.

Nella relazione si ricorda poi che “l’albergo, prima delle trasformazioni degli anni dal 2006 e prima della chiusura, risultava comunque chiuso durante il periodo invernale. Sempre con riferimento alla Spa, negli anni 2007 e 2008 sono state presentante istanze di permesso a costruire per varianti al progetto già assentito (e, come detto, non assentibile): anche in questo caso l’iter approvativo non ha fatto emergere l’incompatibilità del manufatto con i Piani vigenti. Oltre alla non conformità urbanistica della Spa, si rileva la presenza di ulteriori porzioni abusive (manufatti bassi e ampliamento della zona ristorante), come emerge dalla relazione finalizzata a una valutazione di due diligence redatta dal consulente della proprietà. Lo stesso consulente, in seguito, si occupò della redazione di relazione tecnica per l’ottenimento di permesso di costruire finalizzato a sanare parzialmente detti abusi (volumetrie non dichiarate)”, concludono Chiaia, Chiambretti e Frigo.

Mi sento...
Felice
0%
Orgoglioso
0%
Euforico
0%
Ok
0%
Triste
0%
Arrabbiato
0%