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Rigopiano, Procura incontra parenti vittime: “D’Alfonso denunciato da un indagato”

Rigopiano, Procura incontra parenti vittime: “D’Alfonso denunciato da un indagato”

PESCARA, 28 marzo – La Procura di Pescara garantisce ai parenti delle vittime dell’hotel Rigopiano che non verrà tralasciato nulla nell’ambito dell’inchiesta sul resort travolto e distrutto da una valanga. E probabilmente, riferiscono proprio i familiari, prenderà in considerazione anche la denuncia, presentata dalla difesa di uno degli indagati, nei confronti del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, il cui nome, fino ad ora, non compare nel registro delle persone sottoposte ad indagini da parte dei magistrati.

Si è svolto nel pomeriggio, a Pescara, un incontro tra il procuratore capo della Repubblica di Pescara, Massimiliano Serpi, e il sostituto Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano, e i membri del Comitato vittime di Rigopiano. Un incontro, finalizzato a fare il punto sulle indagini, chiesto ed ottenuto dai parenti di chi in quella tragedia ha perso la vita.

Al termine del confronto, il presidente del comitato, Gianluca Tanda, spiega:

“Siamo venuti a conoscenza che un mese fa la difesa di uno degli indagati ha presentato una denuncia nei confronti del presidente della Regione, come autorità massima di Protezione civile sui territori, in base alla legge del ’93. Questa denuncia va ascoltata ed io ho chiesto più volte ai procuratori se ci stanno lavorando. Ovviamente non rispondono, però, ho capito che forse lo stanno facendo. Io spero che la proroga delle indagini sia stata richiesta proprio per questo motivo”.

Giampaolo Matrone, uno dei superstiti – si tratta del giovane di Monterotondo che fu estratto dalle macerie dopo 62 ore e che tra i resti dell’hotel perse la moglie, Valentina – sottolinea che “dalla Procura ci hanno assicurato che non tralasceranno nulla”.

Durante l’incontro il Comitato dei familiari delle vittime ha posto anche la questione del mancato uso dei mezzi aerei militari, per raggiungere più in fretta l’hotel, affiorata da un’inchiesta giornalistica del Tg3 .

“Si sono presi ulteriore tempo per non tralasciare nulla – ha aggiunto Mario Tinari, il padre di Jessica, la giovane vastese deceduta nella tragedia dell’Hotel Rigopiano -. Ci hanno rassicurato che le indagini sono molto approfondite”.

I genitori di un’altra vittima hanno fatto sapere che, tramite i propri legali, consegneranno ai procuratori i messaggi ricevuti dai propri cari, dai quali risulta che la mattina della tragedia un bambino fosse caduto facendosi male.

“Nel caso in cui il bimbo si fosse fatto particolarmente male – ha sottolineato il padre di una delle vittime – non ci sarebbe stata la possibilità di andare via o di ricevere assistenza perché era tutto bloccato”.

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