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Settimana corta al liceo Classico di Pescara, scoppia la polemica: presidio di protesta /FOTO

Settimana corta al liceo Classico di Pescara, scoppia la polemica: presidio di protesta /FOTO

PESCARA, 9 giugno – E’ polemica, a Pescara, per la possibile introduzione della settimana corta al liceo classico ‘G. D’Annunzio’. Una delegazione di studenti e genitori, stamani, ha presidiato l’area antistante la scuola, in via Venezia, per esprimere contrarietà all’ipotesi del sabato libero. “Nessuna democrazia: solo quattro genitori vogliono decidere sul destino di oltre 500 alunni. Il liceo condannato a morte”, dicono a gran voce, aggiungendo che “la preside non ha voluto ricevere la delegazione” a margine del presidio.

Una scelta, quella della settimana corta, fatta da pochi, secondo i genitori. Da un “democratico sondaggio tra alunni e genitori”, cui è seguito un documento ufficiale, infatti, è emerso che il 70% dell’utenza interessata è contrario al sabato libero. Nonostante questo la componente genitori del Consiglio d’Istituto “ha avanzato inaspettatamente per la totalità dei genitori la proposta di introduzione della settimana corta, convocando, in tempi ‘lampo’, il Consiglio a scuola ormai chiusa”.

Genitori ed alunni spiegano anche i motivi della loro contrarietà:

“L’introduzione della settimana corta – dicono – comporterà l’aumento di carico di lavoro per gli studenti, che si troveranno a svolgere l’attività didattica con orari massacranti, anche di 8 ore al giorno, incompatibili con le materie specifiche del classico. Verrà mortificata, quindi, per scelta di pochissimi, la volontà delle famiglie. Nessuna attenzione, inoltre, agli enormi disagi che la settimana corta provocherà alle numerosissime famiglie di pendolari e allo svolgimento delle attività extra scolastiche, per non pensare ai numerosi nuovi iscritti che potranno trovare, a settembre, questa novità, non voluta né conosciuta al momento dell’iscrizione”.

Una battaglia destinata a non concludersi qui:

“Il paradosso della questione è che gli studenti sono stati i primi a dire ‘no’ al sabato libero e alla condanna dello loro liceo. I genitori e gli studenti non si fermeranno nella loro battaglia per salvare la loro scuola, arrivando a coinvolgere anche le autorità pubbliche e giudiziarie”.

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