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Sorgente Sponga, Colella fa ricorso al Tar contro l’assegnazione alla Norda

Sorgente Sponga, Colella fa ricorso al Tar contro l’assegnazione alla Norda

AVEZZANO, 8 maggio – Camillo Colella non si ferma e, attraverso la Italiana Beverage, società che fa capo al suo gruppo, presenta ricorso al Tar contro l’assegnazione provvisoria della Sorgente Sponga di Canistro alla Norda spa, del gruppo Pessina.

Nel ricorso, come si legge in una nota della società, gli avvocati Filippo Satta, Anna Romano, Giulio Mastroianni e Raffaele Fragale sostengono che l’assegnazione sia da annullare

“in quanto i parametri di valutazione adottati hanno fatto sì che l’offerta della Italiana Beverage non abbia ottenuto l’affidamento, risultando addirittura “inidonea” all’aggiudicazione, nonostante, sotto il profilo economico, fosse ben più conveniente per l’amministrazione. Infatti nell’attribuzione del punteggio nessuna rilevanza si è attribuita all’elemento “prezzo” né al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che pure è prescritta dall’articolo 95 del decreto legislativo 50 del 2016”.

Nel dettaglio, secondo i ricorrenti:

“Nel bando la Norda ha ottenuto un punteggio complessivo pari a 80,35 punti e un punteggio parziale per il piano industriale pari a 55,35 punti; la Italiana Beverage,ha conseguito un punteggio complessivo di 58,25 punti e un parziale per il piano industriale pari a 54. Lo sbarramento era posto a quota 65. Secondo i legali, la società non può essere definitivamente estromessa dalla procedura nonostante la sua proposta risulti, a tutti gli effetti, seconda classificata. Le altre concorrenti, ovvero la società Bruni Industry S.r.l.- Comit e Acqua S.r.l. non sono state valutate poiché le due società non avevano prodotto la documentazione attestante l’idoneità economico-finanziaria”

Al bando non ha partecipato la Santa Croce Spa, altro società del gruppo Colella, che fino allo scorso anno aveva avuto la concessione, poi revocata con motivazioni impugnate dalla stessa Spa che ha in corso con la Regione un duro contenzioso. Colella conserva la proprietà del marchio nazionale Santa Croce e dello stabilimento di Canistro.

 “Ci siamo rivolti al Tar perché, ancora una volta, crediamo di aver subito una ingiustizia da parte della Regione, non paga di aver tolto illegittimamente la concessione alla Santa Croce, di fatto causando il blocco della produzione – spiega Colella – La commissione ha dato una votazione insufficiente per estrometterci dalla gara in quanto, se la Norda dovesse rinunciare, non ci sarebbe un secondo in graduatoria e, quindi, si dovrebbe fare un nuovo bando”.

I legali di Colella osservano anche che sono stati attribuiti ben 15 punti con la cosiddetta “clausola sociale”, ovvero al concorrente che si fosse impegnato ad assumere per il periodo della concessione gli “stessi lavoratori della precedente società affidataria della concessione, secondo le esigenze tecnico-organizzative e di manodopera previste dal piano industriale relativo all’attività di sfruttamento della risorsa mineraria”.

Clausola che al concessionario garantirà, prevede il bando, un’enorme riduzione, pari circa al 90%, del canone da corrispondere alla Regione Abruzzo: in luogo dei 4 euro per ogni 1.000 litri o frazione di acqua minerale imbottigliata e suoi derivati prodotti, il concessionario verserebbe alla Regione solo 30 centesimi di euro.

Anche in questo caso, secondo i ricorrenti,  il meccanismo per l’attribuzione del punteggio alle offerte risulta inversamente proporzionale alla loro convenienza economica, con la conseguenza che l’offerta meritevole del massimo punteggio è, automaticamente e necessariamente, quella più cara per l’amministrazione.

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