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Teramo, distraggono una barca dalla massa fallimentare: ritrovata a Durazzo e riportata in Italia

Teramo, distraggono una barca dalla massa fallimentare: ritrovata a Durazzo e riportata in Italia

TERAMO, 9 ottobre – La barca, da 12 posti letto e del valore di circa 80-90mila euro, era tranquillamente ormeggiata al porto di Durazzo, in Albania. Peccato che secondo investigatori ed inquirenti fosse stata distratta dai cespiti fallimentari relativi ad una società finita sotto inchiesta, due anni fa, per bancarotta fraudolenta. E così nei giorni scorsi la barca, esperite tutte le relative procedure, è stata fatta rientrare in Italia e posta sotto sequestro dai militari della Guardia di Finanza di Roseto per rientrare a pieno titolo nella disponibilità della procedura fallimentare.

Il sequestro è arrivato a due anni dall’apertura della relativa inchiesta da parte della Procura di Teramo, titolare del fascicolo il pm Davide Rosati, in relazione al fallimento di una società teramana che si occupava di servizi turistici e che offriva anche pacchetti di viaggio (con la barca probabilmente utilizzata  per organizzare escursioni). Ed è proprio nel corso delle indagini, che vedevano la società sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta, che gli investigatori si erano accorti della sottrazione, dalla massa fallimentare, di una barca. Bene di cui la società aveva la disponibilità in leasing.

Così erano scattate le relative indagini volte ad individuare e recuperare il natante, che dopo una certosina attività dalla di Finanza era stata rinvenuta ormeggiata al porto di Durazzo, in Albania. A quel punto erano scattate le procedure per riportarla in Italia, che hanno visto la collaborazione anche della società di leasing dalla quale la società finita sotto inchiesta aveva avuto la disponibilità della barca.

E’ stata infatti proprio la società di leasing a riportare il natante in Italia, al porto di Brindisi, dove è stata poi posta sotto sequestro dai militari della tenenza della Guardia di Finanza di Roseto.

La barca è così rientrata nella massa fallimentare, con il curatore che dovrà adesso decidere cosa farne: venderla o restituirla alla società di leasing, alla quale la società fallita stava ancora pagando le relative rate all’atto dell’apertura dell’inchiesta.

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