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Teramo, processo ad ex dirigente d’azienda per stalking e violenza sessuale: in aula i primi testi

Teramo, processo ad ex dirigente d’azienda per stalking e violenza sessuale: in aula i primi testi

TERAMO, 15 febbraio – Si erano conosciuti sul lavoro ed avevano iniziato una relazione. Ma quando la donna ha deciso di troncare quel rapporto lui ha cercato di costringerla con ogni mezzo a restare con lui. Pedinamenti, centinaia di telefonate, ma anche minacce e ricatti per continuare ad avere rapporti sessuali con la donna. Perché lui, all’epoca con un ruolo dirigenziale nell’azienda dove lavorava la vittima, per mantenere quel legame avrebbe minacciato di licenziarla e di diffondere le sue foto osè se si fosse rifiutata di fare sesso con lui. Almeno secondo quanto gli contesta la Procura, con il processo a carico dell’uomo, un  50enne della provincia di Teramo accusato di violenza sessuale con abuso d’autorità, stalking e danneggiamento (di cui non forniamo le generalità per tutelare l’identità della vittima), entrato nel vivo questa mattina con l’audizione dei primi testi citati dall’accusa.

Sul banco dei testimoni l’ex compagno della donna e una sua collega di lavoro.

“Io e la signora tra il 2013 e il 2014 abbiamo avuto una relazione – ha raccontato l’uomo – non ho mai visto l’imputato, ma siccome la tempestava di telefonate una volta ho risposto io al telefono e gli ho detto di smettere di importunarla”.

Rispondendo alle domande del pm l’uomo ha raccontato anche di come una volta la donna gli avesse raccontato di come l’imputato avesse cercato di entrarle in casa. Episodio che si sarebbe verificato una sera poco prima di cena, tra le 19 e le 20.

“E’ un episodio a cui io non ho assistito – ha detto l’uomo – perché sono arrivato circa un’ora dopo. Lei mi ha disse che lui aveva cercato di entrarle in casa e di usarle violenza. E io le dissi che essendo un episodio grave avrebbe dovuto denunciarlo. Lei mi riferì che era la stessa persona che la importunava anche sul lavoro, ma non posso esserne certo. L’episodio si verificò intorno alle 19-20. Io abitavo a Pescara, l’ho sentita piangere per telefono e sono andato, trovandola molto spaventata e scossa”.

Dopo la testimonianza dell’ex compagno della donna è stata la volta di una sua collega di lavoro, che ha raccontato di aver saputo della relazione tra la presunta vittima e il dirigente proprio da quest’ultimo.

La testimone, dopo aver confermato, in risposta alle domande del pm, di conoscere entrambi i protagonisti della vicenda, lei perché lavoravano e lavorano tutt’ora nello stesso reparto, e lui perché era un dirigente dell’azienda e loro superiore, ha raccontato di come avesse sempre ritenuto l’imputato una persona rispettabile.

“Per quanto mi riguarda lui è sempre stato una persona rispettabile – ha detto – Un giorno, quando non era più in azienda, d’estate, mi ha chiamato e mi ha spiegato che aveva avuto una relazione con la mia collega. Io ero sbalordita perché lei non mi aveva mai detto niente. Lui mi ha poi chiesto se potevo in qualche modo metterlo in contatto con lei, anche alla mia presenza. Io ho risposto che non volevo essere coinvolta in quella storia, e poi ho chiamato lei per avere una spiegazione”.

A quel punto la donna le avrebbe confermato di aver avuto una relazione, burrascosa, con l’ex dirigente d’azienda, raccontandole che lui la perseguitava e dicendole che non voleva più né vederlo né sentirlo.

Sempre rispondendo alle domande del pm la teste ha poi ricordato come effettivamente per un periodo la donna avesse cambiato reparto.

“Prima mi aveva detto che l’avevano spostata, cosa che può succedere in azienda – ha detto ancora la testimone – poi successivamente mi ha detto che era stata lei a chiedere di essere spostata per allontanarsi da lui”.

Dopo l’audizione dei due testi il processo è stato rinviato al mese di maggio per ascoltare la vittima e i figli di quest’ultima.

 

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