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Terremoto, a Teramo le scuole riaprono lunedì. Dal Bim in arrivo i primi fondi per i Comuni

Terremoto, a Teramo le scuole riaprono lunedì. Dal Bim in arrivo i primi fondi per i Comuni

TERAMO, 9 novembre – Le scuole del comune di Teramo, dai nidi alle superiori, riapriranno tutte lunedì 14. Ad annunciarlo, dal suo profilo Fb il sindaco Maurizio Brucchi per il quale “oggi termineranno le verifiche nelle ultime scuole, stiamo terminando i lavori di piccola manutenzione, alcuni giorni per fare le pulizia e si torna a scuola”. Uniche eccezioni la media Savini e l’elementare San Giuseppe, per le quali  la riapertura è prevista per lunedì 21 novembre.

Un impegno, quello del sindaco Brucchi, che non trova comunque l’apprezzamento di Pd e Teramo cambia che attaccano duramente l’amministrazione:

“Dopo la dichiarazione di inagibilità delle scuole Savini e S.Giuseppe, siamo costretti a registrare la chiusura dell’Asilo Nido “Lettieri” di Via Diaz e della scuola materna di Via Tevere – scrivono le opposizioni – di fatto imputabili non al sisma ma alla totale mancanza di una organica ed efficace programmazione pluriennale di interventi volti a consolidare e a innalzare il livello di sicurezza degli edifici scolastici”.

Gianguido D’Alberto e Antonio Filipponi citano come esempio lampante proprio la vicenda di Via Diaz.

“E’ vergognoso, infatti, che si sia dovuto chiudere, per ragioni di sicurezza, un nido su cui solo un paio di mesi fa sono stati spesi ben 232.000 euro per i lavori di miglioramento sismico della struttura – scrivono – l’unica, oltre alla sola Zippilli, ad avere un indice di vulnerabilità che supera la soglia di sicurezza di 0,65. Lo spostamento dei bimbi da una scuola antisismica ad altre prive anche della verifica è assurdo e dimostra il fallimento della politica scolastica del Sindaco Brucchi e dei principali attori del modello Teramo”.

 

 

Intanto, tra chiusure e polemiche, i controlli sulle scuole proseguono anche in queste ore. Controlli che interessano tutti gli istituti, con  quelli superiori dove le ispezioni della Protezione Civile stanno confermando le valutazioni dei tecnici provinciali: già esaminati il Pascal, il Liceo-Convitto Delfico e il Milli, con i tecnici che non hanno rilevato alcun problema strutturale “fermo restando l’inagibilità di alcune parti del Pascal e quella del Comi già accertate dopo il sisma del 24 agosto”.  Quindi,  a meno di sorprese dell’ultimo minuto, come annunciato dal sindaco Brucchi dopo un confronto con la Provincia, anche le scuole superiori dovrebbero riaprire lunedì.

Affrontata l’emergenza si inizia poi a guardare al futuro ed in particolare alla programmazione rispetto alla vulnerabilità sismica e agli interventi necessari per raggiungere livelli ottimali di antisismica.

“La prossima settimana stipuleremo il contratto di vendita della Caserma dei carabinieri, della parte non vincolata per legge circa 4 milioni la destineremo ad affrontare questo nodo irrisolto da un decennio – spiega Di Sabatino –  Faremo gli studi di vulnerabilità in tutti gli istituti e sulla base di quanto accerteremo approveremo un Piano di intervento definendo le priorità. Naturalmente non basteranno i nostri soldi ma confidiamo sul Piano scuole del Governo che mi auguro sia adeguato alle necessità di tutte le strutture. Non è un processo a breve termine ma lo abbiamo messo in moto”.

Intanto, mentre Comuni e Provincia sono alle prese con i controlli nelle scuole e negli edifici pubblici, sul territorio iniziano ad arrivare i primi fondi per gestire l’emergenza. Fondi che arrivano dal Bim, che ha deliberato d’urgenza uno stanziamento di 170mila euro a favore dei Comuni del bacino imbrifero montano duramente colpiti dall’evento sismico dello scorso 30 ottobre e che serviranno per finanziare interventi in somma urgenza necessari a fronteggiare l’emergenza post terremoto, mentre Intercredit fa sapere che azzererà “le spese di presentazione delle richieste di prestito garantito” .

“Con questo primo stanziamento – spiega il presidente del Consorzio Bim, Franco Iachetti – abbiamo inteso rispondere in maniera concreta alle esigenze dei nostri Comuni. Tutto il teramano conta ad oggi danni ingenti e, come ben rappresentato dai sindaci anche nell’incontro che abbiamo ospitato nella sede consortile il 3 novembre scorso, occorrono risorse immediate per alleviare i disagi delle oltre tremila persone sfollate dalle proprie abitazioni. Inoltre, con la Federazione dei Consorzi Bim, la Federbim, in considerazione che l’emergenza terremoto nell’Italia centrale riguarda i territori di ben quattro consorzi, rispettivamente quelli di Rieti, Cascia, Ascoli Piceno e Teramo, abbiamo promosso una raccolta fondi su scala nazionale”.

 

 

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