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Terremoto e maltempo, a Basciano la mobilitazione di agricoltori ed allevatori

Terremoto e maltempo, a Basciano la mobilitazione di agricoltori ed allevatori

BASCIANO, 10 febbraio – Un binomio micidiale quello di terremoto e maltempo, che per il settore agroalimentare, soprattutto in provincia di Teramo, si è tradotto in migliaia di animali morti, centinaia di stalle crollate ed un’intera economia in ginocchio. Un dramma sul quale gli agricoltori e gli allevatori abruzzesi cercheranno di puntare i riflettori con la manifestazione organizzata per lunedì mattina a Basciano, in via Madonna delle Grazie, nell’ azienda agricola San Vincenzo (Salumieri di Castel Castagna).

“L’obiettivo è fare luce su un’emergenza drammatica nelle campagne, illustrare direttamente le difficoltà che stanno vivendo e coordinare le necessarie attività per far riprendere il lavoro nei campi e nelle stalle – scrive Coldiretti in una nota –  I casi concreti di difficoltà saranno raccontati dai numerosi allevatori e agricoltori che porteranno le specialità locali salvate dal terremoto che sono ora a rischio e con loro la storia e il futuro di una regione che ha nell’agroalimentare una forza trainante dell’economia di estinzione”.

Non a caso la manifestazione, che vedrà la partecipazione del  presidente nazionale Roberto Moncalvo accompagnato dai componenti dell’Unità di crisi della Coldiretti, si terrà una delle aziende storiche del territorio, “dove sono clamorosi i segni della calamità“.

Da Basciano, poi,  l’unità di crisi della Coldiretti con il presidente Moncalvo si sposterà in Contrada Nortoli a Penne, in provincia di Pescara,  nell’ Azienda agricola D’Angelo Gianluca, dove è crollata la stalla, per incontrare gli allevatori pescaresi e chietini.

“La situazione è drammatica nelle campagne abruzzesi – conclude l’associazione – dove ad essere colpita è stata soprattutto l’attività di allevamento che ora rischia concretamente di scomparire portandosi dietro un patrimonio inestimabile di tradizioni e di eccellenze, dal pecorino di Farindola alla mortadella di Campotosto fino ai salumi teramani che, una volta estinte, sarebbero irrecuperabili”.

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