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Tragedia di Francavilla: l’allarme lanciato dai vicini. Bandiera a lutto nella scuola di Ludovica

Tragedia di Francavilla: l’allarme lanciato dai vicini. Bandiera a lutto nella scuola di Ludovica

FRANCAVILLA, 21 maggio – Cosa abbia scatenato la tragedia di Francavilla è ancora al vaglio degli inquirenti. Perché sono ancora tante le domande alle quali la squadra mobile della Questura di Chieti sta cercando di dare una risposta. A partire dalla dinamica della caduta dal balcone di Marina Angrilli e dalla presenza o meno in casa, in quel momento, del marito, visto che non ci sono testimoni oculari.

E’ quanto emerso questa mattina nella conferenza stampa indetta dal Questore di Chieti Vincenzo Palumbo, nel corso della quale gli investigatori hanno spiegato come siano stati i condomini della donna a dare l’ allarme al 118 dopo averne trovato il corpo nel cortile della palazzina di via Largo Roccaraso a Chieti Scalo.

Il Questore ha sottolineato come le condizioni di Marina Angrilli,  caduta dal secondo piano, siano apparse gravi fin dal primo momento, con la donna deceduta intorno alle 16 a causa delle gravi lesioni riportate. Al riguardo la polizia ha anche smentito alcuni voci, circolate ieri,  sul fatto che fossero state fornite false generalità al momento in cui è stato chiamato il 118, confermando come non ci sia ancora nessuna certezza sulla  dinamica della caduta della donna. Gli inquirenti stanno infatti cercando di verificare se Fausto Filippone a quell’ora fosse o meno in casa e cosa abbia fatto nel lasso di tempo intercorso tra il momento in cui ha lasciato l’abitazione a Chieti Scalo fino al tragico epilogo sul viadotto della A14, dal quale ha buttato giù la figlia Ludovica, 10 anni, morta sul colpo, per poi suicidarsi dopo ore di trattativa  con la polizia, che ha cercato invano di farlo desistere dal folle gesto.

Intanto i vicini di casa raccontano di una “una famiglia modello e tranquilla“.

“Marina era sempre la prima a salutare quando ti incontrava – ricorda una vicina – Era sensibile. Una volta sentendo piangere un cane lungo la via si affacciò subito preoccupata”.

Tra amici e conoscenti, dopo lo sgomento di ieri, oggi è il giorno del dolore e dell’incredulità. Dolore ed incredulità che si stanno vivendo anche nella scuola primaria di via del Concilio, a Pescara, dove andava Ludovica. Tra le mura dell’istituto scolastico, dove questa mattina non c’erano i suoi compagni di classe e dove per tutta la settimana sono state sospese le attività ricreative, c’è poca voglia di parlare e la bandiera della scuola è a lutto.

“Ludovica – ricorda la dirigente scolastica Valeriana Lanaro – era una bimba splendida, brava e molto dolce. Aveva una predisposizione per le arti. Questo è un momento molto particolare con il pensiero fisso degli amichetti di Ludovica che non la vedranno più che è oggi molto forte e intenso. Parliamo di un dramma nel dramma con delle emozioni molto forti. Non conoscevo personalmente i genitori della bambina perché sono dirigente della scuola dallo scorso settembre, ma ho saputo di una famiglia molto attenta. I genitori seguivano Ludovica”.

A ricordare Ludovica anche il vicepreside dell’istituto Rocco Masci:

“Era solare come tutti i bimbi della sua età. Era bravissima. La conoscevo e sapevo che il prossimo anno avrebbe frequentato la scuola media Tinozzi e so che aveva chiesto di poter studiare il pianoforte o il clarinetto. Quindi, ho avuto modo di conoscerla nel corso delle prove attitudinali. Dal voto che ha preso sarebbe stata ammessa alla classe di clarinetto. Partecipava anche al coro della scuola”.

Solare, così come Ludovica, e sempre attenta agli altri, viene descritta da tutti anche la mamma della bimba, Marina Angrilli, insegnante di Lettere al Liceo Leonardo Da Vinci di Pescara dove questa mattina è stato osservato un minuto in sua memoria.

“Gli alunni –  racconta il preside Giuliano Bocchia – sono turbati e sconvolti. Abbiamo fatto una riflessione pedagogica anche con il supporto di uno psicologo nelle tre classi dove insegnava la professoressa Angrilli , dai più piccoli ai più grandi, per aiutare ad elaborare il dolore e a capire la complessità della vita. Era Un’insegnante che esigeva il massimo dagli alunni perché sapeva quanto valessero e voleva tirare fuori il meglio da loro. Allegra e gioviale  e nell’ ultimo periodo di buon umore. Nulla da lei traspariva o faceva presupporre quello che sarebbe potuto accadere. Voleva molto bene alla figlia e ne parlava spesso”.

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