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“Tutto così in fretta”, da Pescara al rapimento Moro. Il primo romanzo del giornalista Paolo Mastri

“Tutto così in fretta”, da Pescara al rapimento Moro. Il primo romanzo del giornalista Paolo Mastri

PESCARA, 5 dicembre – Arriva un momento nella vita in cui, guardando in un metaforico specchietto retrovisore, ti accorgi che il tempo passato ha trasformato i fatti in storia. E che i personaggi che si scompongono e ricompongono nella memoria sono, a loro volta, storie. Pronti a mescolarsi e tornare a vita propria.

Sono la storia (e le storie) che si intrecciano in “Tutto così in fretta” (Ianieri Ediioni) primo romanzo del giornalista Paolo Mastri che, sabato prossimo, verrà presentato in anteprima nazionale all’Aquila, in palazzo Fibbioni, alle ore 18.

I tempi narrativi, stretti, concentrati, sono quelli di un film: eventi e personaggi sono definiti con tratti rapidissimi e brillanti. Ognuno ha il suo posto su questa scacchiera che si muove tra Pescara e Roma, tra una città in rampa di lancio e una Capitale assediata dal terrorismo.

La storia ci dice che siamo alla fine degli anni Settanta: a meno di otto ore dal rapimento di Aldo Moro e dall’uccisione dei cinque uomini della sua scorta; a Pescara il sostituto procuratore della Repubblica Massimiliano Prati viene ucciso sotto casa dell’amante Silvana Di Labio, vedova del costruttore più in vista della città.

Testimone oculare del delitto è Roberto Tintori, il sarto della Pescara bene, da due mesi ingaggiato come informatore del Sisde sotto la pressione di un ricatto. Sul caso indaga il capitano Luise, il capo centro del servizio segreto interno, fino a quel momento alle prese con le indagini su un misterioso assalto all’armeria della Polizia ferroviaria, dietro il quale si intuisce l’ombra di Riccardo Venturi, l’imprendibile terrorista nero implicato nella stagione delle stragi sui treni, custode del bottino della rapina del secolo.

Chi ha memoria non avrà difficoltà a tirare fuori dai cassetti qualche fotografia originale, con nomi diversi nelle didascalie. Per poi farle tornare a posto e seguire un racconto che si intreccia con i cinquantacinque giorni che hanno cambiato la storia d’Italia.

Mastri li racconta attingendo dai documenti della commissione bicamerale d’inchiesta sul rapimento e l’omicidio di Aldo Moro, ferma spina dorsale di un romanzo che è lo specchio di un momento drammatico, la descrizione autentica e crudele di eventi che solo il tempo consente, oggi, di comprendere nella loro pienezza.

Così le pagine si riempiono delle trattative su un ricchissimo affare, forse il più ricco di tutti, che sta prendendo forma all’ombra di un patto folle in grado di minare la sicurezza nazionale più di terrorismo e trame golpiste.

Non è un caso che “Tutto così in fretta” venga presentato con una conversazione tra l’autore e Gabriele Lucci, scrittore e critico cinematografico, e interpretato attraverso momenti di lettura a cura di Tiziana Irti, attrice e doppiatrice. Le immagini che scorrono attraverso la griglia solida della scrittura, sembrano raccontare più su pellicola che su carta la durezza di quei momenti, di quei fatti che stavano cambiando la storia.

Fatti con cui Paolo Mastri, capo della redazione di Pescara de “Il Messaggero”, scrittore, autore e conduttore di programmi televisivi, si confronta da oltre trent’anni, raccontandoli con il rigore del cronista e l’ironia (o l’amarezza) del giornalista.  Ha firmato inchieste sugli intrecci tra politica e affari e sugli interessi della grande criminalità, dal narcotraffico all’ecobusiness, al riciclaggio di denaro nell’economia pulita.

E proprio qualche pagina di queste inchieste, infilata qua e là nel racconto, restituisce le storie alla storia. E chi ha memoria, un po’ per sfizio un po’ per curiosità, potrà provare anche a ricostruire un altro puzzle.

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