L’AQUILA, 28 dicembre – Una telefonata magari non allungherà davvero la vita, ma sicuramente ha evitato che la discussione sul bilancio alla Regione finisse con un’amara mancanza del numero legale. O con una bocciatura. E forse era anche prevedibile, visto che finora, di fronte a qualsiasi minaccia, la sua mediazione D’Alfonso l’ha sempre trovata. Sotto forma di accordi, promesse, intenti. Lo ha fatto anche stavolta, portando in porto l’accordo con i dissidenti Di Matteo-Olivieri-Gerosolimo.

E l’accordo dev’essere davvero buono, se Olivieri, per firmarlo, ha caricato in macchina a Sulmona un Gerosolimo allettato e febbricitante, arrivato per far nottata ma, soprattutto, numero legale.

Un altro calcio alla crisi, dunque, con un patto messo nero su bianco ma che, per impegno tra le parti, deve rimanere riservato.

Olivieri se lo gode tutto, per lui è la svolta nei metodi e nelle priorità:

“Non lo nego, sono state ore molto difficili – afferma Olivieri – fino a questa mattina ero convinto di non votare il Bilancio, visto che non arrivava la svolta che auspicavamo. Un cambio di metodo, chiediamo di contare di più, chiediamo una svolta nelle politiche per le aree interne e in quelle relative alla sanità, vogliamo essere messi in grado di poter rappresentare gli interessi dei territori che ci hanno votato, per risolvere i loro problemi”.

Il segnale di uno “scongelamento” delle posizioni era stato, anche se solo parzialmente, l’arrivo di Di Matteo in consiglio, nel primo pomeriggio. Poi Olivieri e Gerosolimo hanno chiuso il cerchio.

Quale che sia il “pedaggio” da pagare D’Alfonso, salvo sorprese, porterà questa notte a casa il bilancio. Poi altro giro, altra corsa. Anche se l’idea che con questi numeri sia sempre sotto scacco è un po’ dura da mandare via.