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Abruzzo, sit-in della Lega per chiedere ritorno alle urne. Il Pd: “Non spetta a loro decidere”

Abruzzo, sit-in della Lega per chiedere ritorno alle urne. Il Pd: “Non spetta a loro decidere”

L’AQUILA, 8 settembre – Circa duecento persone hanno manifestato, oggi pomeriggio a L’Aquila, davanti alla sede del Consiglio Regionale in viale Crispi, per chiedere che le elezioni si svolgano entro la fine dell’anno e non nel 2019, come emergerebbe da alcuni documenti degli uffici regionali e da volontà della maggioranza di centrosinistra. Alla manifestazione, organizzata dalla Lega, hanno aderito anche le altre forze del centrodestra.

La manifestazione si è svolta pacificamente, con i manifestanti che hanno esposto uno striscione e sventolato bandiere della Lega, indossando in larga parte delle magliette azzurre.

L’obiettivo del sit-in, come spiegato dalla Lega in una nota, era quello di “sensibilizzare i responsabili delle istituzioni regionali a tornare al voto entro i tempi stabiliti dallo Statuto regionale, dalla legge elettorale regionale e dalla interpretazione incontestabile della Corte Costituzionale: entro 90 giorni dallo scioglimento anticipato del Consiglio”.

Le consultazioni elettorali anticipate si sono rese necessarie dopo le dimissioni del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, costretto a lasciare l’incarico il 10 agosto scorso in seguito alla convalida della carica di senatore del Pd.

Al sit-in, promosso dalla Lega e che sarà replicato sabato prossimo a Pescara, hanno aderito Forza Italia, Fratelli d’Italia e la lista civica Azione Politica.

Sulla data delle elezioni è in atto un serrato dibattito e anche roventi polemiche: la prossima settimana ci sarà il primo incontro tra il presidente reggente, Giovanni Lolli, il presidente della Corte d’Appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, e il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, i tre rappresentanti istituzionali chiamati per legge a decidere la data per le elezioni.

Il centrodestra chiede che le elezioni si svolgano entro 90 giorni dallo scioglimento dell’assemblea, avvenuta il 22 agosto scorso, un lasso di tempo nel quale sono garantiti i 45 giorni per assicurare la candidabilità di sindaci e funzionari pubblici che entro quel periodo dovranno dimettersi per candidarsi alla Regione.

Il deputato e coordinatore regionale della Lega, Giuseppe Bellachioma, ha detto:

“L’esigenza di tornare al voto in Abruzzo non è solo nostra, ma anche di chi gestisce e dovrà prepararsi per la campagna elettorale, Forza Italia, Fratelli d’Italia, liste civiche e Udc. Stiamo assistendo ad un ostaggio programmato, il governatore D’Alfonso che per cinque mesi ha blindato la Regione con il doppio incarico, adesso ha lasciato la palla al vice presidente Lolli, ma non cambia che stiamo aspettando, vittima di tecnicismi e voci che si rincorrono”.

Il sindaco di Chieti, il forzista Umberto Di Primio, uno dei papabili alla candidatura alla presidenza per il centrodestra, ha spiegato:

“Dobbiamo votare il prima possibile, abbiamo bisogno di un governo senza il quale pecchiamo anche di forza contrattuale rispetto al governo nazionale, ma anche rispetto all’Europa. Non è il momento di giocare coi rilanci di data, bisogna scegliere quella più vicina”.

Il Pd, azionista di maggioranza della giunta regionale uscente, ha affidato la replica ad Andrea Catena, coordinatore della segreteria regionale:

“È davvero una singolare forma di ipocrisia che a promuovere una manifestazione contro le prepotenze istituzionali sia un partito come la Lega Abruzzo, che minaccia l’autonomia della magistratura un giorno si e l’altro pure e tutti i giorni da’ prova della propria prepotenza verso le persone”.

Catena ha aggiunto:

“Non spetta alla Lega decidere quando bisogna andare al voto e non tocca alla Lega decidere cosa è legge e cosa non lo è. Anche se forse per i dirigenti di quel partito è un concetto di difficile comprensione. La legge affida a tre organi istituzionali ben precisi stabilire la data del voto e nessuno può mettere in dubbio la loro imparzialità e la loro correttezza, né cercare di fare indebite ed inutili pressioni su di loro attraverso improprie manifestazioni. Ricordiamo che il centrodestra abruzzese ha usufruito, quando ha governato, unico caso al mondo, di una legislatura della durata 5 anni e mezzo, mentre la scadenza naturale di questa legislatura è maggio 2019. Nel rispetto delle leggi siamo certi che il presidente Lolli, con il supporto del presidente del Consiglio regionale e della presidente della Corte di Appello, saprà assumere la scelta migliore per assicurare agli abruzzesi un regolare e ordinato svolgimento del diritto di voto”.

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