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Acqua contaminata, esposto in Procura a Teramo dell’associazione Robin Hood

Acqua contaminata, esposto in Procura a Teramo dell’associazione Robin Hood

TERAMO, 20 dicembre -Tra versioni contrastanti e polemiche a non finire, la vicenda relativa all’acqua contaminata da un solvente utilizzato all’interno dei laboratori dell’Infn (acqua mai finita nei rubinetti, come precisato dal Ruzzo,  si appresta ad arrivare sul tavolo della Procura di Teramo. Ad annunciare l’esposto alla magistratura teramana l’associazione dei consumatori Robin Hood che sullo sversamento registrato nelle acque provenienti dalle captazioni del Ruzzo sul versante aquilano del Gran Sasso vuole vederci chiaro.

L’associazione, infatti, chiede risposte certe sia su quanto accaduto sia sui livelli di sicurezza dei laboratori, oltre che sull’utilizzo dei fondi che a suo tempo furono stanziati per mettere in sicurezza il sistema Gran Sasso dopo che nel 2003, in quelle stesse acque, fu riscontrata la presenza di un altro inquinante.

“Non avremmo voluto leggere mai più di perdite derivanti dai Laboratori del Gran Sasso e di sversamenti nelle acque potabili della Ruzzo reti – tuona Pasquale Di Ferdinando – Eravamo convinti, anzi certi, che dopo l’incidente del 2003 il Laboratorio fosse stato messo in sicurezza così da evitare il ripetersi di fenomeni di inquinamento delle falde. Così non è stato e ne siamo fortemente allarmati, crediamo nella bontà dei sistemi della Ruzzo per evitare contaminazioni, ma evidentemente questo non basta”.

Una situazione gravissima per l’associazione, che sottolinea come la perdita dell’importante approvvigionamento relativo al versante aquilano, anche se temporaneo, potrebbe avere ripercussioni negative in termini di carenza idrica sul territorio. E questo alla luce delle scarse precipitaizoni registrate fino ad oggi.

“In un anno così scarso di precipitazioni la perdita di questo importante gettito di acqua potabile rende tutto più difficile – dichiara infatti il responsabile dell’associazione – Oltre al fatto che sentire dichiarare un ipotetico costo zero sull’uso dello stesso ci lascia basiti. Non è così, e l’Infn dovrà dunque farsi carico di tutti gli oneri che altrimenti ricadrebbero sugli utenti, che già subiranno una qualità delle acque più scadente”.

Da qui la decisione, da parte dell’associazione, di segnalare “con un proprio esposto alla Procura di Teramo la situazione creatasi“.

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