Acqua del Gran Sasso, il Forum H2O: “Il provvedimento della Asl era obbligatorio”
TERAMO, 12 maggio – Dopo la paura le polemiche. E così se c’è chi non si fida, sindaci compresi, degli esiti degli accertamenti degli enti preposti, tanto da aver affidato analisi sull’acqua dei propri comuni a ditte private, c’è chi come il Ruzzo punto il dito contro le autorità sanitarie per il provvedimento di non potabilità adottato dopo i rilievi dell’Arta dell’8 maggio. Provvedimento difeso al contrario dalle associazioni ambientaliste, a partire dal Forum H2O che sottolinea come a fronte della non conformità di sapore ed odore dei campioni prelevati la restrizione disposta dall’azienda sanitaria fosse obbligatoria.
“Con la diffusione delle analisi Arta dell’8 maggio iniziamo a leggere commenti e interpretazioni come minimo poco informati e in alcuni casi interessati su quanto avvenuto – scrive il Forum -Facciamo notare che esistono nel mondo oltre 100.000 sostanze diverse registrate, molte migliaia delle quali potenzialmente pericolose sulla base della loro concentrazione, che l’Arta ne cerca alcune decine e che al momento della segnalazione della non conformità per odore e sapore, avvenuta per iscritto dal laboratorio competente su plurimi campioni, compreso uno di acqua della rete di distribuzione, non era stata individuata la sostanza responsabile del cattivo odore dell’acqua. In quel momento in teoria poteva esserci di tutto. Anche solo per buon senso, ma sono le norme a dirlo, chi può pensare di prendersi la responsabilità di dare da bere a 300.000 persone acqua maleodorante e di cattivo sapore senza conoscere qual è la causa del problema?”
Il Forum sottolinea inoltre come ad oggi non sia ancora stato chiarito cosa abbia alterato sapore ed odore dell’acqua e come la Asl non abbia fatto altro che il suo dovere nell’imporre in quel momento la restrizione dell’uso dell’acqua a fini potabili. Restrizione che sarebbe stata imposta da qualsiasi altra Asl italiana.
“La captazione al Gran Sasso avviene in un contesto assai complesso e, come denunciato da tempo, strutturalmente non a norma rispetto alle leggi. Sulle captazioni possono incidere centinaia se non migliaia di sostanze essendoci un laboratorio e un’autostrada con migliaia di passaggi di mezzi. Non siamo in una montagna vergine senza alcuna pressione antropica – continua l’associazione – Pertanto invitiamo tutti al senso di responsabilità e ad informarsi sulle procedure di legge perchè altrimenti è vero che si ragiona a chiacchiere di prevenzione e solo a disastri avvenuti.Attendiamo ora gli ulteriori approfondimenti dall’Università di Padova, anche se, da come sembra, il campione è stato raccolto in un momento successivo rispetto a quando sono stati raccolti i campioni con il cattivo odore”.
Il Forum interviene infine anche sul ritrovamento di tracce di Toluene nei campioni del 4 e del 5:
“La presenza di Toluene e di altre sostanze, in realtà, non fa che ribadire la necessità di mettere in sicurezza le captazioni ed evidenziare i rischi che sta correndo uno dei patrimoni idrici più importanti d’Italia, visto che le concentrazioni di diclorometano, cloroformio e ora Toluene, nei diversi episodi di criticità avvenuti negli ultimi tempi, hanno superato i limiti di legge ambientali”.