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Addio bagno al fiume, 68 persone multate alla Cisterna di Bolognano e alle Gole dell’Orta

Addio bagno al fiume, 68 persone multate alla Cisterna di Bolognano e alle Gole dell’Orta

PESCARA, 26 giugno 2017 – Addio bagno al fiume, alla cisterna di Bolognano o alle gole dell’Orta. Località da sempre frequentate dagli abruzzesi, ma sottoposte al divieto di immergersi in acqua. Ne sanno qualcosa le 68 persone che ieri sono state multate, con una sanzione amministrativa da 300 euro, per deterioramento degli habitat naturali delle Gole dell’Orta a Bolognano e del Torrente Cusano, tra i Comuni di Roccamorice ed Abbateggio. Luoghi tutelati a livello regionale, nazionale ed europeo.


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Nell’ambito dei controlli effettuati dal Reparto Parco della Majella di Guardiagrele e dal Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, sono infatti state sorprese nelle acque del Fiume Orta e nelle omonime Gole nei pressi della Cisterna di Bolognano, alcune persone che, complici le alte temperature, transitavano in acqua o facevano il bagno, in alcuni casi anche con cani portati al seguito senza guinzaglio. Azioni che hanno indotto i militari ad elevare sanzioni per disturbo e deterioramento dell’habitat di importanti specie di acqua dolce, in zone di Riserva Integrale del Parco Nazionale della Majella, tutelata anche dalla normativa sugli habitat dell’Unione Europe.

Altre sanzioni sono state elevate nelle Gole del Torrente Cusano, al confine tra i comuni di Roccamorice ed Abbateggio, dai militari del Gruppo Carabinieri Forestali, in collaborazione con il Reparto Carabinieri Biodiversità di Pescara, ai sensi della legge sulla tutela della fauna cosiddetta minore, che vieta ogni attività che possa provocare “disturbo, distruzione o deterioramento degli ambienti di vita, di riproduzione o di frequentazione” delle specie di acqua dolce, tra le quali il gambero, il granchio di fiume e moltissimi anfibi, dei quali è nota la presenza negli ecosistemi acquatici del Fiume Orta e delle Gole di Cusano.

Gli illeciti contestati dai Carabinieri Forestali potranno essere risolti con il pagamento della sanzione amministrativa da 300 euro a favore della Regione Abruzzo.

 

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