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Atessa, la Honeywell conferma la chiusura ma apre ad ammortizzatori e reindustrializzazione

Atessa, la Honeywell conferma la chiusura ma apre ad ammortizzatori e reindustrializzazione

ATESSA, 8 gennaio – La Honeywell conferma la chiusura dello stabilimento di Atessa. Nessuna sorpresa, questa mattina, nel corso dell’incontro che si è tenuto a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico, tra i vertici dell’azienda che in Abruzzo produce turbocompressori e gli esponenti del Governo. Resteranno, dunque, senza lavoro i 420 dipendenti dello stabilimento e perderanno la propria occupazione anche un’altra sessantina di operai impiegati in aziende dell’indotto.

All’incontro, durato oltre due ore e mezza, hanno partecipato l’azienda, i funzionari del ministero dello Sviluppo Economico, il vice presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, Giovanni Lolli, le segreterie sindacali territoriali abruzzesi e i rispettivi segretari nazionali Gianluca Ficco (Uilm), Ferdinando Uliano (Fim) e Michele De Palma (Fiom).

Nessun ripensamento dell’ultima ora, dunque, da parte della Honeywell, che tuttavia ha dato la propria disponibilità nel seguire un percorso meno impattante sul piano sociale, attraverso l’utilizzo di ammortizzatori quali cassa integrazione guadagni, per alcuni mesi, e l’ulteriore incentivo all’esodo dei dipendenti. Inoltre la multinazionale si è detta disponibile a favorire la reindustrializzazione del sito produttivo di Atessa, qualora ci fossero imprenditori pronti a rilevarlo.

Nell’ambito del cronoprogramma, per definire la delicata vertenza e fare il punto sulle questioni discusse oggi, le parti hanno fissato altri due incontri: il 15 gennaio, in sede locale, si terrà una discussione con i sindacati e la Rsa di fabbrica, mentre il 30 gennaio ci sarà un nuovo tavolo al Mise.

Lo scorso autunno i lavoratori della Honeywell avevano scioperato per due mesi, dando vita ad un presidio permanente dello stabilimento. Finora è rientrato al lavoro solo il 60% dei dipendenti, con contratti di solidarietà, in attesa dell’ormai imminente chiusura.

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