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Cementificio Pescara, tutti contro la riattivazione. D’Alfonso: “Scendo a petto nudo per dire no”

Cementificio Pescara, tutti contro la riattivazione. D’Alfonso: “Scendo a petto nudo per dire no”

PESCARA, 6 ottobre – “Scendo a petto nudo a dire quello che pensa il territorio. Diciamo no alla riattivazione industriale del cementificio. Diciamo no anche ai morsi urbanistici per quanto riguarda quell’area perché Pescara ha già dato. Quello è uno spazio giacimento a favore della qualità della vita di Pescara, dei suoi bambini, delle famiglie”. Netta presa di posizione del presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, contro la possibile riattivazione del cementificio di Pescara, in via Raiale. Tutte le istituzioni locali sono favorevoli ad un progetto di riqualificazione che escluda la riattivazione industriali: D’Alfonso, oggi, ha ribadito il concetto a nome di tutti. L’area che il governatore immagina per l’ex cementificio si chiamerà “Decementa”.

C’è infatti un’asta, programmata per la prossima settimana, per la vendita del cementificio di via Raiale. Vi partecipano delle ditte che, dopo due anni di stop dell’attività, sarebbero interessate a riaccendere l’impianto. Il valore base della struttura è di 1,5 milioni di euro.

Stamani il punto della situazione nel corso di una conferenza stampa all’Aurum. Oltre a D’Alfonso, c’erano, tra gli altri,  il sindaco Marco Alessandrini, il presidente della Provincia, Antonio Di Marco, rappresentanti dell’Arta e della Asl. Il presidente di Regione ha annunciato che a breve esprimerà la contrarietà del territorio al riutilizzo industriale della struttura in una lettera indirizzata al Commissario delegato dal Tribunale di Roma per la vendita del cementificio.

“La nuova Pescara – sottolinea il governatore – dovrà vedere quell’opera come il primo investimento a favore della qualità della vita, perché è il primo spazio che si incontra entrando in città, perché è vicino al fiume, perché ha una grande storia identitaria che sta alle spalle e parla al futuro, ma parla al futuro come proprio recupero del tempo, del tempo liberato, del tempo della comunità. Noi lì ci vogliamo fare un investimento come città e come Regione che ripristini la ragione che se si viene a Pescara c’è la qualità della vita. Io sto spiegando agli imprenditori che vogliono investire di non metterci amore, perché non saranno possibili né la riattivazione industriale né speculazioni urbanistiche”.

D’Alfonso ribadisce più volte che “quell’edificio è il buongiorno che Pescara dà a chi arriva in città” e dice più volte “ai potenziali acquirenti che sono in mobilitazione in queste ore che la nostra pubblica amministrazione propende per un altro uso e non per la riattivazione del cementificio”.

“Mi faccio carico di una parola molto coraggiosa: io mi colloco contro, anche amministrativamente, come persona fisica e giuridica, rispetto ad un riuso industriale. Si sappia che non è possibile far fare cemento a Pescara. Stiamo anche valutando se ci sono le condizioni per fare una proposta di acquisto”, afferma il presidente.

Anche Alessandrini esprime la sua contrarietà ad un “ritorno al passato in cui la città era diversa, in cui quella era periferia” e sottolinea la volontà di “attualizzare quella struttura rispetto ad un uso che sia pubblico”.

Di Marco dice che “non possiamo consentire il riuso di quel manufatto così come è stato in passato” e che la Provincia “accompagnerà tutte le iniziative finalizzate al bene della città”.

Per l’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta), che ha continuato i monitoraggi anche dopo la chiusura del sito, nel 2015, “le strutture sia impiantistiche sia edili sono inadeguate, a causa di un decadimento notevole”, per cui “la riapertura o il riutilizzo non sono possibili, le condizioni che all’epoca hanno consentito le autorizzazioni ora non ci sono più, è cambiato il contesto cittadino ed è cambiata anche la qualità ambientale”.

Secondo la Asl di Pescara “crea preoccupazione l’idea di avere un ulteriore elemento di inquinamento ambientale”.

Sulla questione interviene anche l’assessore regionale Marinella Sclocco:

“Da politico, da assessore ma soprattutto da cittadina pescarese, legata al quartiere di origine seguirò con attenzione la situazione e le evoluzioni legate alle strutture e agli spazi del Cementificio e sosterrò con forza le azioni messe in campo per escludere il ripristino di attività industriali in quell’area. Il ricatto sulla riqualificazione non è più possibile. I cittadini non possono più subire il ricatto come in passato. Quando il cementificio ospitava ancora lavoratori, tutelarli era un dovere, ma ora che non ci sono più, ora che la struttura è ferma da anni, impariamo a guardare con coraggio alle nuove contraddizioni che ci si pongono davanti e non restiamo fermi su quelle degli anni 70. Pensiamo ad uno sviluppo positivo ed integrato dell’area”.

Contrari anche i consiglieri comunali di Articolo 1-Mdp Stefano Casciano e Carlo Gaspari:

“Il gruppo consiliare Art 1 del Comune di Pescara è assolutamente contrario alla riattivazione del cementificio e si schiera compatto al fianco delle istituzioni locali che stanno lavorando per restituite quegli spazi alla collettività cittadina. Troviamo anacronistico e fuori da ogni contestualizzazione urbana e sociale l’idea che ci siano alcune ditte pronte a partecipare all’asta di per la vendita di quell’impianto, con l’obiettivo di riattivarlo”.

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