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Cgil, Cisl e Uil contro la Saga: “Il cda si è travestito da organizzazione sindacale”

Cgil, Cisl e Uil contro la Saga: “Il cda si è travestito da organizzazione sindacale”

PESCARA, 3 aprile – Relazioni sempre più difficili alla Saga, dove la decisione del cda di attivare le procedure di raffreddamento e conciliazione ha mandato su tutte le furie i sindacati di categoria, che accusano il consiglio d’amministrazione di volersi sostituire strumentalmente ai sindacati, in una situazione paradossale, invece di affrontare seriamente i problemi sul tavolo.

“Che la Saga fosse in confusione lo avevamo già evidenziato nel febbraio scorso, data nella quale le scriventi segreterie hanno sottolineato i molteplici paradossi e il delirio di onnipotenza della dirigenza e del Cda oltre al pressapochismo di nuovi consulenti – scrivono i segretari di Filt Cgil Rolandi, Fit Cisl Angelucci e Uilt Uil Murinni – Con gli ultimi accadimenti purtroppo si è toccato il fondo”.

I sindacati fanno riferimento alla nota del del 30 marzo scorso con la quale il Cda della società “si è improvvisamente travestito da organizzazione sindacale ed ha formalizzato uno stato di agitazione del personale della Saga inviando alla Prefettura di Pescara una comunicazione a tal fine“.

“Il problema è che nessun sindacato, unico legittimato dalla legge ad avviare tali procedure, ha mai aperto alcuna vertenza presso Saga – continuano Cgil, Cisl e Uil – Ebbene sì, il Professor Mattoscio si cimenta in diritto sindacale non trovando di meglio da fare che esercitarsi in azioni e compiti altrui, passando quindi dai paradossi di febbraio alle stravaganze di aprile, evidentemente influenzato da un nuovo consulente”.

Sotto accusa la gestione delle relazioni industriali che il vertice di Saga, secondo i sindacati, vorrebbe indirizzare esclusivamente verso tagli sul costo del lavoro. Una situazione a fronte della quale Cgil, Cisl e Uil ribadiscono comunque la disponibilità ad un confronto, pur partendo da numeri che parlano di un numero di addetti passati da 54 unità alle attuali 34 ( 37%) a fronte di un progressivo aumento dei passeggeri passati dai 340.000 del 2006 agli attuali 620.000 e con l’obiettivo di raggiungere il numero di 820.000 entro il 2020.

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