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D’Alfonso ai sindaci: “Sul referendum scatenatevi, il Governo si attende molto dall’Abruzzo”

D’Alfonso ai sindaci: “Sul referendum scatenatevi, il Governo si attende molto dall’Abruzzo”

PESCARA, 27 novembre –  Luciano D’Alfonso convoca i sindaci e gli amministratori locali del centrosinistra, e suona la carica in vista dell’ultima settimana di campagna referendaria: “In questi ultimi sette giorni vi voglio chiedere di scatenarvi, voglio parlare alle vostre mogli invitando anche loro a scatenarsi. Deve aumentare la quantità di vostre iniziative, anche frontali. Quando siete candidati voi, ogni minuto è dedicato alla campagna elettorale. Deve scattare questo”.

Davanti a circa un centinaio di amministratori abruzzesi,  D’Alfonso compie un lungo eloquio della figura di Renzi, “giovanotto che a differenza di Prodi, Letta e D’Alema sa entrare nel concreto”, ed elenca tutte le risorse in arrivo:

“Con il masterplan ci saranno 300 milioni di euro destinati ai nuovi investimenti, poi c’è il Psr dell’agricolutra, il Por-Fesr del Piano di sviluppo urbano, i fondi Fse e quelli Fsc nazionale dove sono in cabina regia – dice il governatore -. E’ tutta roba calata nel rispetto delle procedure, al di là di chi vota sì e chi vota no. Voi mettetevi insieme tra piccoli comuni e progettate insieme, io ce la metterò tutta, però c’è bisogno che Renzi rimanga lì”.

Si parla delle risorse per l’edilizia anti-sismica, per i trasporti e per le infrastrutture:

“Sapete qual è il fabbisogno dell’edilizia strategica italiana per essere messo in resistenza sismica ? E’ di 25 miliardi di euro. Renzi riesce a mettere in campo 7 miliardi di euro l’anno. Io non sto dicendo che arrivano i soldi dell’edilizia scolastica se votate sì, ma sto dicendo che questa classe dirigente è tale che ha compreso che ci devono essere risorse per l’edilizia sismica”.

Sembrerebbe una versione soft e diplomatica del metodo De Luca, con il presidente della Regione Abruzzo abile a mettere le mani avanti, e a slegare e a riannodare, di volta in volta, il filo che lega il destino della Regione a quello del Governo, tramite il referendum:

“No, non è stile De Luca – rimarca D’Alfonso a margine dell’incontro -. Ho chiamato alla carica gli amministratori consapevole del valore della partita, che porterà una svolta in grado di aiutare l’ordinamento a funzionare”.

E se si chiede a D’Alfonso cosa pensi di De Luca e delle sue parole pronunciate nei giorni scorsi, con le quali ha esortato gli amministratori campani a fare proseliti con logiche clientelari in vista del referendum, questa è la risposta del governatore abruzzese:

“Ha un’energia che io invidio e che ogni mattina cerco di replicare”.

Insomma, la tecnica persuasiva di D’Alfonso è certamente più morbida, raffinata e sottile, meno plateale e sfrontata, ma è legata a concetti simili a quelli espressi dal governatore della Campania, quanto meno rispetto agli obiettivi:

“Quella specie di zattera territoriale che è la Lucania in questo momento ha quattro ruoli rilevantissimi, in ragione della capacità di allinearsi al bioritmo della vita politica nazionale – prosegue il governatore abruzzese -. In Basilicata c’è il capogruppo dei socialisti europei, che è la più grande carica nella sfera internazionale europeista, c’è il vice ministro agli Interni con delega alla Sicurezza, c’è il sottosegretario alla Sanità e fino a poco tempo fa c’era il capogruppo del parlamento italiano. Come mai una zattera di terra, fascinosa e piena di prodotti buoni, riesce a parlare così comprensibilmente alla classe dirigente nazionale? Perchè hanno saputo cogliere i momenti qualificanti della vita politica nazionale”.

E subito dopo aggiunge:

“Oggi Palazzo Chigi si attende molto dall’Abruzzo”.

In uno slancio di generosità, il presidente della Regione prova a recuperare terreno anche nelle zone dell’Abruzzo nelle quali il suo appeal recentemente appare un po’ in calo. Annuncia, infatti, di essere intenzionato a candidarsi al Consiglio comunale di Teramo:

“Poiché si dice che penso solo ai problemi di un pezzo di territorio, vi anticipo che è talmente non vero questo, che se saranno d’accordo i compagni di impegno politico di Teramo, io gradirei candidarmi a consigliere comunale a Teramo città alle prossime elezioni. Io tengo e credo molto in quella città, la ritengo una delle città che ha dato i natali al regionalismo abruzzese, con grandi pensatori e con un sistema universitario che ha saputo coltivare. Se i posti non saranno tutti occupati, vorrei replicare lo sforzo di Pannella”.

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