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Debito con cooperativa per minori, pignorati monitor e poltrona nella stanza del sindaco di Chieti

Debito con cooperativa per minori, pignorati monitor e poltrona nella stanza del sindaco di Chieti

CHIETI, 15 giugno 2017 – Pignorate una poltroncina da lavoro e un monitor a parete, questa mattina, nella stanza del sindaco di Chieti Umberto Di Primio, all’intero del municipio teatino. Un provvedimento eseguito dall’ufficiale giudiziario, sulla base di un decreto ingiuntivo per 85.467 euro, a favore della cooperativa sociale Girasole, struttura che si occupa di bambini in gravi difficoltà familiari, affidati dal Tribunale dei Minori ai servizi sociali.

Al momento del pignoramento, erano presenti la legale rappresentante della cooperativa, Mariacarla Di Renzo e l’avvocato Luciana Di Nardo. La cooperativa, che tra gli altri servizi gestisce la Casa di Francesco, non ha più denaro per pagare le spese di vitto per i minori e lo stipendio a 18 dipendenti.

Di Nardo ha osservato:

“Non c’è stato nessun accordo e anzi il sindaco non è stato per niente disponibile con noi. I beni mobili che abbiamo trovato all’interno sono della Banca d’Italia e del Museo Barbella quindi hanno il vincolo della impignorabilità. Noi abbiamo pignorato tutto ciò che si poteva pignorare, ovvero una piccola poltrona che Di Primio ha chiamato ‘poltrona del sindaco’, poi un monitor che usano quotidianamente, la cui custodia è stata affidata alla legale rappresentante della cooperativa che dovrà asportarlo. Per oggi basta così. Proseguiremo con un nuovo pignoramento presso terzi, alla Banca Marche e poi, se questo nodo non si scioglie, la prossima settimana faremo la denuncia alla Procura regionale della Corte dei conti”.

Piccata la replica del sindaco:

“E’ evidente che hanno voluto fare una sceneggiata napoletana con questo pignoramento: la sedia di lavoro, del valore di 30 euro, l’avevo comprata io. Parliamo di una cooperativa che dice di vantare 90.000 euro e in realtà ne ha già ricevuti 67.000, non paga l’affitto al Comune per il locale che occupa, non paga le utenze per il locale che occupa. E quindi, prima di questa sceneggiata, forse avrebbe fatto bene a sedersi con l’amministrazione comunale, cercando una transazione fra ciò che noi dobbiamo e ciò che loro ci devono e, forse, avremmo evitato tutto ciò che credo non faccia bene in primis alla cooperativa ma nemmeno all’immagine del Comune”.

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